Potrà anche non piacere a molti, per i suoi capricci da divo e per i suoi gesti plateali prima e dopo la gara. In Italia era notte inoltrata quando, sulla pista dello stadio Olimpico "Joao Havelange" di Rio de Janiero, Usain Bolt ha aggiunto un nuovo capitoloalla sua infinita leggenda ed, anzi, ha scritto una nuova leggenda: quella dell'uomo che per primo ha vinto la specialità più veloce dell'atletica leggera per tre edizioni consecutive dei Giochi. Ai successi di Pechino 2008 e Londra 2012, dunque, l'atleta giamaicano ha aggiunto il terzo alloro conquistato in Brasile.

Ha fatto meglio di Carl Lewis, oro a Los Angeles 1984 e Seoul 1988 (quest'ultimo dopo la squalifica per doping di Ben Johnson, ndr). Ha battuto per l'ennesima volta Justin Gatlin, il rivale di sempre, l'uomo che accarezzava il sogno di scrivere un'altra leggenda olimpica. Il velocista newyorkese, in caso di vittoria, sarebbe stato l'unico a conquistare una seconda medaglia d'oro a dodici anni di distanza dalla prima (Atene 2004).

Semifinale: Bolt con il miglior tempo

Senza forzare più di tanto, Usain Bolt aveva ottenuto l'accesso all'ultimo atto dei 100 metri con il tempo di 9"86, il migliore tra i finalisti. Secondo miglior tempo quello del canadese Andre De Grasse, 9"92, giunto alle spalle di Bolt nella seconda semifinale.

Le altre due batterie vedevano il successo di Justin Gatlin, 9"94 il suo tempo, e del francese Jimmy Vicaut che aveva percorso la distanza in 9"95. Qualificati per i 100 metri decisvi di Rio 2016 anche l'ivoriano Ben Youssef Meité (9"97), il sudafricano Akani Simbine (9"98), il giamaicano Yohan Blake e lo statunitense Trayvon Bromell (entrambi 10"01).

Finale senza storia

L'atmosfera della finale è degna della miglior tradizione della torcida. Il pubblico fa apertamente il tifo per Bolt e non lo nasconde, molti fischi invece per Gatlin al quale non vengono perdonate le sue passate storie di doping. Lo statunitese però parte fortissimo e cerca di dare il massimo nella fase iniziale.

Il pubblico trattiene il fiato, attende la progressione di Bolt e lui non si fa pregare, sapendo bene di non avere rivali negli ultimi metri. L'epilogo è quello atteso, pronosticato da tutti: il campionissimo giamaicano chiude la sua performance in 9"81, lontano dal suo record mondiale (9"58) ottenuto nel 2009 ed al di sotto anche del personale olimpico (9"63) fatto segnare quattro anni fa a Londra. Ma gli basta per domare Gatlin che paga lo sforzo iniziale e chiude secondo in 9"89, soltanto due centesimi in più del canadese Andre De Grasse: per quest'ultimo c'è il bronzo, come lo scorso anno ai Mondiali di Pechino.

USA ancora all'asciutto sui 100 metri

Su 28 edizioni dei Giochi effettivamente disputate, sono state 16 le occasioni in cui la bandiera a stelle e strisce è stata issata sul pennone più alto nel corso della cerimonia di premiazione dei 100 metri.

Al secondo posto, in questa speciale classifica, ci sono Gran Bretagna e Giamaica con 3 titoli olimpici. Al terzo il Canada, a quota 2, mentre un oro a testa è stato raccolto da Sudafrica, Germania Occidentale, URSS e Trinidad. Per gli statunitesi quella attuale è la serie più lunga senza vittorie sui 100 metri olimpici, l'ultima infatti è quella di Gatlin del 2004. Era accaduto anche nel periodo intercorso tra il 1968 ed il 1984 ma in quella circostanza ci fu anche il boicotaggio dei Giochi di Mosca del 1980.

Non solo Bolt: record mondiale sui 400 metri

Poco prima dell'attesissima finale dei 100 metri maschili è stata assegnatala medaglia d'oro sui 400 che hanno segnato un risultato assolutamente straordinario.

Dopo 17 anni è stato infatti polverizzato il record del mondo del "giro di pista" detenuto da Michael Johnson (43"18). Autore dell'impresa il campione iridato Wayde van Niekerk che ha dominato la finale chiudendo con uno straordinario 43"03. Il 24enne sudafricano ha preceduto il campione olimpico in carica, il grenadino Kirani James (43"76), e lo statunitense Leshawn Merrit (43"85).