L'ingresso nella Hall of Fame NBA rappresenta per gli Stati Uniti, e per tutto il mondo del basket, il raggiungimento della vera e propria immortalità sportiva. Èdifficile renderne l'importanza, dato che in Italia non è individuabile un corrispettivo che abbia avuto lo stesso ruolo storico o che abbia attualmente un valore sociale e nell'immaginario collettivo anche solo paragonabile all' ingresso nella "stanza della fama"; pure da noi esistono questo genere di riconoscimenti, ma nella nostra società assumono tutt'altro significato.

Ming, Iverson e O’Neal, tre leggende che diventano immortali

La scorsa notte a Springfield, tre pezzi di storia del basket dell'inizio del nuovo millennio hanno potuto celebrare il loro ingresso definitivo nella stanza dell'immortalità: Yao Ming, Allen Iverson e Shaquille O’Neal si sono alternati sul palco regalando momenti toccanti ma anche molto divertenti, deliziando la platea con tre discorsi preparati nei minimi dettagli ed esposti al pubblico in maniera fluida, come fossero degli attori consumati intenti a ritirare un oscar alla carriera, interrompendosi soltanto per dare spazio ad applausi, risate e di tanto in tanto, lacrime.

Il più toccante dei tre discorsi è stato probabilmente quello di Allen Iverson.

Messa da parte la fama di "Bad Boy" l'ex playmaker e guardia deiPhiladelphia 76ers, salito sul palco già visibilmente commosso, ha fatto fatica a trattenere le lacrime in diversi momenti, come quando ha parlato del ruolo fondamentale della sua famiglia, o quando ha omaggiato John Thompson, suo coach ai tempi della Georgetown University, l'unico che lo aveva voluto in squadra nonostante i problemi con la giustizia avuti in gioventù, quando Iverson era stato condannato ad una pena di 15 anni successivamente revocata.

“Mi hai salvato la vita, hai scommesso su di me quando nessuno mi voleva”, ha dichiarato 'The Answer' prima degli ultimi ringraziamenti, rivolti ai suoi idoli, sportivi e non.

La colonna sonora della mia carriera

Prima di ringraziare Michael Jordan, descritto come "L’unico essere umano che umano non sembrava", Iverson ha voluto spendere belle parole per alcune leggende della black music, per la precisione quattro rapper tra i più iconici di sempre e il leggendario Michael Jackson, con queste parole“Voglio ringraziare Biggie Smalls, Redman, Jadakiss, Tupac and Michael Jackson per essere stati la colonna sonora della mia vita”.