Nello sport non ti aspetti mai che possa succedere, e quando accade è spiazzante. Mike Towell, una giovane promessa del pugilato di soli 25 anni, si è spento la notte scorsa in seguito ad una grave emorragia sopraggiunta per i colpi subiti nel corso di un incontro svoltosi lo scorso giovedì. Mike Towell, malgrado la giovanissima età, era già un pugile consumato, al punto che da ben 11 match risultava imbattuto.
L'incontro fatale è stato quello contro un boxeur originario del Galles, Dale Evans, che lo aveva atterrato già nel corso della prima ripresa.
Il giovane scozzese, originario di Dundee, ha proseguito indomito sino alla quinta ripresa, quando è stato nuovamente messo al tappeto: l'arbitro a quel punto ha fischiato la fine del match, e il giovane Towell è stato portato via in barella dal ring. Nel corso delle ultime due settimane, l'atleta aveva spesso scritto suFacebook di averedei forti mal di testa che lo accompagnavano nel corso della giornata. Tuttavia aveva attribuito questi dolori allo stress e all'affaticamento. Towell aveva già disputato 12 incontri da professionista ottenendo, come già ricordato, un solo pareggio a fronte di 11 successi.
La notizia arriva dalla compagna
A dare comunicazione ai media di tutto il mondo di quanto accaduto a Mike Towell dopo l'incontro al St Andrews Sporting Club di Glasgow, è stata la sua compagna,Chloe Ross, la quale ha dichiarato che il pugile, da vero lottatore, ha portato avanti la sua battaglia fino alla fine.
"Ho il cuore spezzato" ha aggiunto la Ross. Oltre alla compagna, Mike Towell lascia anche un figlio di pochi anni.
Sono emersi ulteriori particolari circa la dinamica che ha portato alla morte del pugile scozzese: sarebbe stato un violento gancio sulla parte sinistra del volto a consegnare il match a una fine tecnica e l'atleta alla morte.
La tragedia di Glasgow non è isolata. Qualcuno ricorderà che il ring costò la vita, nel mondo della boxe, ad Oscar Gonzalez. Dopo aver subito un "Ko"sul ring di Città del Messico, il giovane di 23 anni riporto un'emorragia al tronco encefalico che gli fu fatale. Tragedie come queste non dovrebbero appartenere al mondo sportivo.