Forse sono stati troppi 3anni lontanodal suo mondo, ovvero quello dalla Formula Uno. E' così che l'avrebbe pensata Ross Brawn dopo il sabbatico periodo che si è preso nel post Brawn GP. Ed eccolo quindi rispuntare l'ingegnere inglese in ottica Circus ma non a capo di un progetto intrigante con qualche scuderia, o no, bensì in un nuova veste. Brawn infatti, stando a ciò che scrive il periodico Autosprint nella sua versione online, dovrebbe fungere - nell'immediato futuro - da trait d'unionfra la Liberty Media, nuova proprietaria del marchio F1, i team e la FIA.

Chi meglio di lui, che ha riportato in auge la Ferrari alla fine degli anni '90 guidando Michael Schumacher alla conquista di ben 5 titoli iridati consecutivi fra il 2000 ed il 2004, potrebbe rimettere la giusta dose di pepe in un sport che pare ormai senza senso? Ci vuole, come si suol dire, un 'uomo di campo' per riprogettare lo spettacolo delle ruote scoperte, magari con regole meno restrittive o astruse, dando spazio al ritorno all'immaginazione, alla bravura ed alla fantasia di tecnici e piloti.

L'apertura alla Liberty e il possibile rapporto con Ecclestone

Le ipotesi per riportare in auge la Formula Uno però ci sono, come lo stesso ex Team Principal della Mercedes ha dichiarato al tabloid britannico Daily Telegraph: "Al momento Liberty non è ancora andata sufficientemente a fondo per prendere alcun impegno.

Sto facendo delle piccole consulenze per aiutarli a comprendere meglio la Formula Uno. Se mi chiedete cosa serve dicoun piano".

"Non ho problemi con Bernie (Ecclestone ndr.) - ha quindi concluso - , il prodotto che abbiamo oggi è prevalentemente una sua creazione. Il mio è un approccio metodico e strutturato, quello di Bernie è caotico e impulsivo: se queste due "anime" dovessero mai comporsi, risulterebbe una combinazione interessante".

Sembra proprio che per rilanciare la Formula Uno del dopo Bernie Ecclestone laLiberty Media potrebbe fare centro ingaggiando Brawn, uomo che oltre a saperne di corse, ha anche lo spirito giusto per capovolgere la deficitaria situazione di uno sport che ha da sempre milioni di appassionati in giro per il globo.