Se Donald Trump ha rimontato Hillary Clinton, se la finale della MLB (il campionato americano di Baseball) è stata vinta dai Chicago Cubs (non vincevano il titolo dal 1908) sui Cleveland Indians (passati alla storia più che altro per l’esilarante film ‘Major League’ con attore protagonista Charlie Sheen), se i Dallas Cowboys (5 titoli ma a secco dal ‘96 ) e gli Oakland Raiders (3 titoli ma l’ultimo nell’84) sono tornati fra i top team in NFL (football americano) allora c’è chance di vedere i Los Angeles Clippers alle prossime NBA Finals.

Dove possono arrivare i Clippers?

La finale scritta è ovviamente Golden State Warriors-Cleveland Cavs parte II, ovvero la stessa dell’anno passato, ma la storia dello sport statunitense è costellata di sorprese. Nel 2009 Los Angeles Lakers-Cleveland Cavs era la finale prevista da tutti gli addetti ai lavori, ma i Cavs (c’era ancora il primo LeBron James) furono schiaffeggiati dagli Orlando Magic, con Dwight Howard e compagni che poi si arresero nelle Finals ai Lakers di Kobe Bryant e Pau Gasol.

Onestamente, nella Eastern Conference di questa NBA è troppo difficile pensare ad una squadra che possa battere Cleveland, con tutti i suoi effettivi, nei tre turni di playoffs che portano all’ultimo atto.

A rompere le uova nel paniere allora potrebbe essere qualcuno ad Ovest e qui il nome che salta subito in mente è quello degli eterni San Antonio Spurs (5 titoli negli ultimi 17 anni) alla loro prima stagione senza Tim Duncan (1999), ma con un pizzico in più di fantasia si può arrivare a loro: i Los Angeles Clippers giunti finora alle cronache per non aver mai vinto un titolo, aver collezionato stagioni perdenti ed incredibili episodi dentro e fuori dal campo come lo scandalo dell’ex proprietario Donald Sterling cacciato a vita dalla Lega per insulti razziali o come l’ultimo della serie, nella passata stagione, la scazzottata fra Blake Griffin (poi sospeso) ed un magazziniere (uscito con le ossa rotte e non solo metaforicamente).

La squadra

La squadra ha un quintetto solido: Chris Paul, J.J. Redick, Luc Mbah a Moute, Blake Griffin, DeAndre Jordan ed ha una panchina più che attrezzata sia per qualita’ che quantita’: Raymond Felton, Austin Rivers, Jamal Crawford, Paul Pierce, Brandon Bass, Alan Anderson, Wesley Johnson e Marresse Speights. A chiosa della bella favola ci sta anche l’allenatore Doc Rivers papà di Austin.

Insomma, non manca molto a questo gruppo per fare lo sgambetto ai Golden State Warriors e giocare per il titolo. Dopo le recenti sorprese nella politica e nello sport americano, i Clippers sembrano lì a simboleggiare che (forse) dal cilindro di Mago Destino un coniglietto potrebbe ancora esserci.