Tutti abbiamo prestato una particolare attenzione a quanto successo qualche giorno fa nella notte di NBA: ovvero, quando in una sola notte di gioco abbiamo assistito al capitombolo di tutte le migliori pretendenti ai paly-off, Cavaliers e Spurs su tutte. Ebbene, la notizia di questo ultimo turno è pressocchè simile: l'unica differenza è che a cadere, in questo turno, è stata anche la seconda massima pretendente (se non forse la prima), ovvero i Golden State warriors. La squadra che presenta, sulle carte, la migliore formazione del campionato NBA, da fare impallidire le altre al solo leggerla, cade in casa, alla Oracle Arena, contro Houston e la sua micidiale squadra dei Rockets.
La partita ha vissuto 4 quarti molto intensi ed è terminata dopo 2 tempi supplementari, il primo dei quali, in uno spettacolare testa a testa, terminato anche esso col punteggio di 10 pari, prima di giungere al secondo, in cui Houston, con uno sforzo ai limiti dell'immane, porta finalmente a casa la partita per 132 a 127. Migliore in campo, per l'ennesima volta, James Harden: 29 punti (così come il compagno Ryan Anderson), a cui aggiunge 15 rimbalzi e 13 assist. Per Golden State, altro altissimo punteggio di Stephen Curry, che ne mette 28, superato dall'altro fenomeno di Oakland, ovvero Kevin Durant, che di punti ne fa ben 39; Draymond Green, una delle massime espressioni di questa squadra, risulta il migliore per assist (9), e rimbalzi (ben 15).
Cleveland inciampa di nuovo: questa volta in casa
L'altra principale pretendente di quest'anno, la squadra campione, quella che vanta nella rosa il giocatore di basket fresco eletto sportivo dell'anno da “Sport Illustrated”, cade anche essa nella sua tana di Cleveland, alla Quicken Loans Arena. Anche qui, lo scontro è avvenuto contro una formazione che, capovolgendo le statistiche degli ultimi anni, è seriamente candidata ad alzare il titolo: i Los Angeles Clippers. Entrambe le squadre venivano da una precedente sconfitta, ed entrambe sono state richiamate, ora, ad una prova di forza. Non sappiamo cosa sia girato nella testa dei giocatori, non sappiamo con quale gravità i Cavaliers abbiano sottovalutato la partita in attesa di prede, magari, più abbordabili: fatto sta, che già dopo la prima metà di gara, i Clippers vanno al riposo con un discreto vantaggio, dilagando nel terzo quarto di ben 12 punti (circa 6 possessi in più rispetto agli avversari).
Sottotono la prestazione di LeBron James, il cui massimo è rappresentato da 5 assist, meglio Thompson, con 8 rimbalzi, e vince ai punti Kyrie Erving con 28 (la media più alta della partita). Per i losangelini non male il ben noto Chris Paul (16 punti e 9 assist), ma i picchi di rendimento sono di JJ Redick (23 punti), DeAndre Jordan (15 rimbalzi), Blake Griffin (11 assist).
Le altra partite
Tornano alla vittoria gli Charlotte Hornets, in casa contro i Dallas Mavericks, per 97 a 87. Molto bene i Bucks: la squadra di Milwaukee, ospiti a Brooklyn dei Nets, si impone per 111 a 93. Vincono in casa a Memphis anche i Grizzlies, contro gli ospiti degli Orlando Magic, con il punteggio (di misura), di 95 a 94.
Miami va in trasferta, nella fredda Salt Lake City, e gli Heat si impongono sui padroni di casa degli Utah Jazz per 111 a 110 (anche qui risultato ottenuto per un soffio). A differenza di quanto mostrato nelle battute iniziali di questo campionato di basket, molte squadre stanno ora carburando e cercando, nei loro limiti, di limare quanto più possibile il livello. Non è escluso che vederemo molte altre belle sorprese, che starà poi ai tifosi decretare come memorabili oppure “preferibilmente” da dimenticare.