A tre mesi dall’attesissimo Giro d’Italia numero cento, si affacciano già tante ipotesi, candidature e qualche certezza sull’edizione successiva della corsa rosa, quella del 2018. Il progetto di fondo prevede di celebrare ancora alcuni luoghi chiave della Grande Guerra, in occasione del centenario della vittoria. In maniera più pratica sarà decisa invece la grande partenza. Dopo un Giro tutto italiano come quello che vedremo tra tre mesi, si tornerà ad una partenza dall’estero, più appetibile dal punto di vista economico e commerciale.
Giro, le ipotesi per partenza e salite
Per il via sono in ballo almeno tre candidature. Quella della Polonia è già nota da molto tempo: potrebbe essere legata anche alla wildcard assegnata alla CCC per partecipare al Giro d'Italia numero cento e celebrerebbe i quarant’anni dall’elezione di Papa Giovanni Paolo II. Ma si parla anche di proposte della Croazia e della Repubblica Ceca. Quella croata è una realtà in fermento dal punto di vista ciclistico, con un giro nazionale in grande crescita e che quest’anno vedrà al via sia Aru che Nibali. La Repubblica Ceca proporrebbe una partenza dalla capitale Praga.
Grande attenzione ovviamente c’è per capire quali saranno le montagne affrontate dalla corsa.
Nel nordovest tornerà protagonista il cuneese con una o due tappe e un possibile arrivo in salita a Pratonevoso. Questa fase della corsa potrebbe essere nella seconda settimana, mentre l’ultima dovrebbe spostarsi nel nordest. Per la parte finale del Giro d’Italia 2018 si sta preparando un arrivo a Passo Vezzena, e torna anche la candidatura bocciata nella passata edizione delle Sorgenti del Piave.
Si tornerà sicuramente sul Monte Zoncolan, e potrebbe essere addirittura una doppia scalata con il coinvolgimento dell’inedito versante di Priola, oltre a quello classico di Ovaro. Per l’ultima tappa l’ipotesi è quella di Vittorio Veneto, traguardo fortemente evocativo che fu già inserito da Vincenzo Torriani nel Giro d’Italia del 1988, in occasione dei settant’anni dalla fine della guerra.