La Parigi Roubaix di ieri è stata l’ultima volta per Tom Boonen. Il fuoriclasse fiammingo ha chiuso il cerchio laddóve si era fatto conoscere al grande pubblico arrivando terzo nell’edizione del 2002 quando era un giovane sconosciuto della Us Postal. Quindici anni dopo Boonen è arrivato alla conclusione di una carriera leggendaria, con quattro Roubaix, tre Fiandre e un Mondiale. Non è arrivato un ultimo trionfo, ma Boonen ha chiuso comunque da protagonista una Roubaix che gli ha però lasciato qualche sensazione negativa per l’atteggiamento ostruzionistico che a suo dire gli ha riservato John Degenkolb.

Boonen: 'Rassegnato alla corsa di Degenkolb'

Tom Boonen ha lanciato diversi attacchi sui tratti di pavè della sua ultima Parigi Roubaix, ma non è riuscito a fare la differenza. Il campione della Quickstep ha poi accusato John Degenkolb per il suo atteggiamento, sempre in marcatura e senza mai dare forza ad un’azione propositiva. “Ero marcato in maniera ossessiva da Degenkolb”, ha raccontato Boonen. “Penso che lui abbia fatto la corsa più vigliacca della sua vita. È un peccato, mi sono rassegnato a questo”: Boonen ha spiegato di aver sentito una condizione buona ma non super e di aver poi deciso di dare il via libera a Stybar visto anche l’atteggiamento di Degenkolb. “Ho detto io a Stybar di provare - ha continuato Boonen - Le sezioni di pavè in cui si poteva attaccare erano tutto con il vento contrario.

Lui era meno marcato di me ed abbiamo giocato la sua carta”.

Quegli ultimi cinque chilometri

Con il compagno Stybar a tenere alte le possibilità della Quickstep nel gruppetto all’attacco, Boonen ha continuato a sperare che la situazione potesse ricomporsi per giocare il tutto per tutto nel finale. “C’era ancora la possibilità di rientrare negli ultimi 15 km, ma solo la Lotto tirava dopo che è rientrato Greipel.

Lavoravano bene ma erano l’unica squadra che tirava”, si è rammaricato Boonen, che poi nelle ultime pedalate ha cominciato a mettere da parte i piani tattici e a riannodare i ricordi e le emozioni di una carriera che proprio alla Parigi Roubaix ha vissuto tanti momenti indimenticabili. “Non ci ho davvero pensato fino agli ultimi cinque chilometri - ha raccontato Boonen - In quel momento ci ho pensato 'sono davvero gli ultimi cinque chilometri della mia carriera, l’ultimo giorno, l’ultima volta sulla pista'. Ma questa è la vita”. Boonen ha concluso al tredicesimo posto, senza praticamente partecipare alla volata del gruppetto inseguitore, ma godendosi il finale di una carriera da leggenda.