Prima o poi doveva arrivare una partita combattuta in una serie che si preannunciava così equilibrata. Dopo quattro gare che hanno visto una media di oltre 20 punti di scarto al termine dei 48 minuti di gioco, era finalmente ora di farci saltare in piedi sul divano come avrebbe detto Guido Meda.

Non poteva non essere Gara-5 quella più bella della serie, da sempre il quinto capitolo delle sfide al meglio delle sette partite è il “pivotal game” come lo definiscono oltreoceano e così è stato.

Nonostante la perdita prima di Tony Parker, costretto ad operarsi per la lesione del quadricipite sinistro, e poi di Kawhi Leonard, tenuto a riposo nei minuti più importanti a causa di una scavigliata subita a metà del terzo periodo.

Il leader di questi San Antonio Spurs ha visto la sua caviglia girarsi in modo innaturale atterrando male sul piede di Harden, problema che lo ha limitato in tutto il secondo tempo, ma permettendogli comunque di chiudere con 22 punti e 15 rimbalzi.

Senza Parker e Leonard però gli Spurs hanno trovato prima in Danny Green e poi in Manu Ginobili le due chiavi del successo.

Che finale questa Gara-5!

Questo quinto atto ha visto un finale vietato ai deboli di cuore. Il tutto è iniziato negli ultimi 11 secondi dei tempi regolamentari con il punteggio sul 101-101. James Harden si fa fischiare un fallo in attacco, subito dall’ottimo Jonathon Simmons che per nulla ha fatto rimpiangere Leonard dal punto di vista difensivo, e poi dalla tripla segnata da Patty Mills a tempo già ormai scaduto però, con Popovich furioso con Pau Gasol per aver sbagliato a “settare” il blocco sull’azione decisiva.

Nel corso dei cinque minuti supplementari sale in cattedra un indemoniato Danny Green, capace di segnare 7 dei suoi 16 punti totali, guidando gli Spurs a +3 con solamente 8 secondi da giocare.

Palla a due tra Patty Mills ed Eric Gordon, vinta da quest’ultimo e palla in mano a Ryan Anderson, che ovviamente la consegna in mano alle sapienti mani di James Harden.

Autore fino a quel momento di una partita da tripla-doppia formata da 33 punti, 10 rimbalzi e altrettanti assist.

Il “Barba” riesce a superare Ginobili e si alza per la tripla del pareggio, ma qui tutto il genio e sregolatezza del veterano ex Virtus Bologna escono. L’argentino prova, riuscendoci, a stoppare da dietro il leader degli Houston Rockets, prendendo solamente la palla e regalando così il successo per 110-107 ai suoi Spurs, che ora andranno in quel di Houston con il match-point a proprio favore.

L’infortunio di Leonard e le magie di Ginobili

Purtroppo, come ben sappiamo, quando si parla di Playoff può accadere di tutto. Anche che il tuo giocatore chiave s’infortuni a metà del terzo quarto della gara decisiva di una serie di semifinale di Conference. Chissà cosa sarà passato per la testa di coach Pop quando ha visto girarsi la caviglia di Leonard sul piede di Harden. Nonostante il dolore la voglia di continuare a perorare la causa degli “Speroni” era troppo forte e così il numero 2 degli Spurs ha proseguito.

Leonard però ha continuato a rimbalzare tra campo e panchina per quasi tutto il secondo tempo, prima di fermarsi a 5 minuti dal termine dei regolamentari vedendo Green e Ginobili andare a vincere la partita.

Su Manu Ginobili si potrebbero scrivere 6 libri almeno, soltanto citando le cose che fa in campo ma che non finiscono sul tabellino. La cosa che più strabilia del campione di Bahia Blanca è che il prossimo 28 di Luglio saranno ben 40 le candeline che spegnerà e nonostante questo è ancora stato capace di giocare 32 minuti di una Gara-5 di semifinale di Conference, segnando 12 punti con anche 7 rimbalzi e quella stoppata su Harden che rimarrà negli annali della storia dei Playoff.

Non si può dire nient’altro di questo eterno campione, se non continua a giocare e continua a meravigliarci come questa sera.