Quaranta giorni dopo la notizia della positività di Stefano Pirazzi e Nicola Ruffoni che scosse la vigilia della partenza del Giro d’Italia, alla Bardiani CSF è stata notificata una sospensione di trenta giorni. Come previsto dal regolamento, dopo due casi di doping di propri atleti ad una squadra può essere inflitta una sospensione e così è stato per la formazione di Bruno e Roberto Reveberi. La Bardiani ha preso atto della sentenza annunciando di non voler fare ricorsi, ma sottolineando l’eccessiva pesantezza della sanzione.

Bardiani, un mese senza corse

Era il giorno della presentazione delle squadre del Giro d’Italia, alla vigilia del via, quando arrivò la notizia della positività di Nicola Ruffoni e Stefano Pirazzi, i due corridori di punta della Bardiani CSF. Alla squadra fu permesso di partire con soli sette corridori, in attesa delle controanalisi e delle successive sanzioni. I risultati delle controanalisi hanno confermato le positività di Pirazzi e Ruffoni e così ora è scattata anche la sospensione della squadra prevista quando due propri corridori vengono trovati dopati. Alla Bardiani è stata comminata una sospensione dall’attività agonistica di un mese, dal 14 giugno al 14 luglio. La squadra dovrà così saltare anche i Campionati Italiani che si terranno in Piemonte nel prossimo weekend, oltre a classici appuntamenti come il Giro di Slovenia e il Giro d’Austria, e rientrerà il 16 luglio nel Trofeo Matteotti.

'Punito chi non ha responsabilità’

La Bardiani CSF ha commentato la decisione presa dalla Disciplinare dell’Uci con un comunicato pubblicato sul proprio sito. La squadra ha scaricato ancora tutta la responsabilità dell’accaduto sui due corridori, definiti “individui sciagurati e dissennati”. La Bardiani ha spiegato di aver già pagato un prezzo altissimo per gli errori di Pirazzi e Ruffoni, sia per i danni d’immagine che per il fatto di aver dovuto disputare l’appuntamento clou della stagione, il Giro d’Italia, con soli sette corridori.

“Manifestiamo l’insoddisfazione per la durata della sospensione e per una norma che punisce chi non ha responsabilità” si legge nel comunicato, che sottolinea anche come la squadra non sia mai stata toccata in precedenza da nessuna indagine o accusa inerente casi di doping. La Bardiani fa infatti riferimento al nuovo progetto iniziato nel 2013, con una squadra tutta italiana, anche se in precedenza lo stesso gruppo era stato al centro di alcuni casi di doping ben noti come quello di Emanuele Sella, squalificato nel 2008 dopo aver stravinto tre tappe al Giro d’Italia.