Non ha vinto nessuna corsa in linea, ma certamente tra i corridori più apprezzati e discussi della stagione 2017 del grande Ciclismo c’è stato anche Gianni Moscon. Il giovane trentino del Team Sky si è segnalato tra i talenti emergenti più puri del ciclismo internazionale, dando dimostrazioni di forza dirompente. In virtù di un carattere forte e un po’ ruvido Moscon si è trovato anche al centro di qualche episodio turbolento, ed in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha confermato tutta la sua indole passionale.

Moscon: ‘Non accetto chi dice che siamo arroganti’

Con il quinto posto alla Parigi Roubaix ad appena 23 anni Gianni Moscon è stato catapultato tra i grandi protagonisti del ciclismo. L’impressione di avere a che fare con un potenziale fuoriclasse è stata confermata dal prosieguo della stagione, con una splendida Vuelta in appoggio a Froome, un gran numero al Mondiale e il podio al Lombardia. Moscon ha vissuto anche momenti difficili, come la sospensione per un insulto razzista a Reza, la squalifica al Mondiale per traino e le accuse di Reichenbach che ha parlato di una caduta provocata volontariamente dal corridore trentino durante la Tre Valli Varesine. Moscon ha ammesso di aver sbagliato con Reza e di essersi scusato con lui, ma ha anche parlato di un clima ostile nei confronti del Team Sky.

“Non accetto che si dica che siamo arroganti, ognuno fa il proprio lavoro. C’è invidia, ma meglio fare invidia che pena” ha dichiarato Moscon alla Gazzetta dello Sport. “Noi stiamo facendo scuola e questo può non piacere. Prendiamo l’esempio dei rulli nel dopo corsa, prima tutti ci deridevano. Ora gli stessi che ridevano si fanno portare la bici sotto al podio” ha aggiunto il giovane trentino.

La Roubaix e il Tour

Moscon ha anche spiegato quale sono gli obiettivi e i progetti per il suo 2018. La corsa dei sogni resta la Parigi Roubaix, la classica in cui ha già fatto sensazione nella scorsa primavera e che si sposa perfettamente alla sua mentalità oltre che alle doti tecniche. “Io ho uno spirito retrò, antico. La Roubaix non somiglia a nessun’altra corsa.

Prima si correva su strade sterrate che ora sono asfaltate, il pavè invece è sempre lo stesso. Non amo nient’altro allo stesso modo” ha confidato Moscon, che probabilmente farà il suo debutto al Tour al fianco di Froome, ennesima dimostrazione di quanto in casa Sky si creda nel valore del giovane corridore. “Mi piacerebbe venire al Giro e indossare la maglia tricolore nella crono in Trentino, ma la squadra è orientata a farmi correre il Tour de France” ha concluso Moscon.