Giuseppe Martinelli, uno dei decani tra i Direttori Sportivi del Ciclismo pro, ha deciso di scendere dall’ammiraglia della Astana. Il tecnico bresciano resterà nello staff della squadra kazaka, ma ricoprendo altri ruoli. La scelta di Martinelli, uno dei Ds più vincenti nella storia del ciclismo, arriva con toni polemici nei confronti dei media e delle troppe critiche ricevute nel corso della stagione. Il tecnico della Astana ha deciso di ritirarsi a lavorare dietro le quinte, ma prima ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

Martinelli: ‘Critiche che fanno male’

A testimoniare le capacità e l’esperienza di Giuseppe Martinelli c’è un palmares eccezionale, con vittorie in tutti e tre i grandi giri guidando campioni come Marco Pantani, Damiano Cunego, Gilberto Simoni, Vincenzo Nibali e fabio aru. Dal 2010 il tecnico bresciano è alla Astana, ma quella da poco conclusa resterà la sua ultima stagione sull’ammiraglia della squadra kazaka. Martinelli ha deciso di cambiare ruolo al termine di una stagione davvero turbolenta, in cui gli sono piovute addosso mille critiche. L’esperto Direttore Sportivo è stato accusato per la condotta di gara tenuta al Tour de France, in cui una Astana decimata dagli infortuni non è riuscita a dare un apporto importante a Fabio Aru quando lo scalatore sardo ha conquistato la maglia gialla.

“Le critiche ingiuste ricevute al Tour mi hanno fatto male” ha raccontato Martinelli in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. “Voglio staccare, lavorare diversamente e non avere più l’assillo del risultato” ha continuato il tecnico bresciano, che ha annunciato di rimanere nella Astana a lavorare dietro le quinte.

“Mi immagino come un jolly, non farò più quello che ho fatto finora” ha confermato Martinelli.

‘Non potevamo fare di più’

Martinelli ha però dato una connotazione ancora più precisa alle critiche che gli sono state rivolte dalla stampa. Il tecnico le ha inquadrate in un tentativo di condizionare Aru e le sue scelte per il futuro.

“Sembrava quasi una cosa pilotata per far allontanare Aru dalla Astana, io non sono riuscito a far capire che non potevamo fare niente di più” ha ribadito Martinelli, che ha rammentato le traversie vissute dalla squadra in questo 2017. “Cadute e infortuni ci hanno condizionati, sono mancati Cataldo, Fuglsang, Kangert e il povero Scarponi, non si può pensare di avere la bacchetta magica e improvvisare” ha ricordato il tecnico per dare una motivazione concreta alle difficoltà con cui la Astana ha gestito il Tour de France.