Ci sono ritorni e novità interessanti nel percorso del Tour de France 2018 che è stato presentato ufficialmente oggi a Parigi. La corsa più importante del Ciclismo internazionale ha preparato diverse sorprese, come una tappa con tantissimo pavè, un passaggio su una salita inedita con una parte di sterrato e alcune frazioni di montagna particolarmente brevi. Ci sarà pochissima cronometro, con una sola prova individuale su un percorso costellato di salite e cambi di pendenza impegnativi. L’idea è stata probabilmente quella di dare poche pause alla corsa, offrendo delle occasioni per uscire allo scoperto senza attendere il finale.

Tour de France, dalla Vandea alle Alpi

Il Tour de France 2018 scatterà dalla Vandea, nella parte nord-occidentale del paese. Le prime due tappe sono riservate ai velocisti. Al terzo giorno ci sarà già un momento importante, con la cronosquadre di 35 km a Cholet. La corsa comincerà a muoversi altimetricamente nella quinta tappa, disegnata su un percorso da classica con continui saliscendi. Nella sesta tappa si arriverà sul Mur de Bretagne, una salita di un paio di chilometri dove hanno vinto in passato Evans e Vuillermoz.

Poi vedremo ancora un paio di tappe favorevoli ai velocisti per arrivare ad un passaggio chiave della corsa, la tappa del pavè.

Sarà la nona frazione, con arrivo a Roubaix dopo aver affrontato quasi 22 km sulle pietre, più che in tutte le altre occasioni del passato recente. Nemmeno nella famosa tappa che dette il là al trionfo di Nibali nel Tour 2014 furono così tanti, anche se in quell’occasione furono soprattutto le condizioni meteo a rendere improba la corsa.

Si affronteranno anche molti tratti del percorso classico della Parigi Roubaix, compresa una parte del Mons en Pevele e il Champin en Pevele.

Dopo la giornata di riposo sarà il momento delle Alpi.

Si comincerà con la tappa di Le Grand Bornard che presenta il Plateau de Glieres, molto lontano dal traguardo ma durissimo e con un tratto di sterrato. L’ultima salita è la Colombiere, prima del finale in discesa. La tappa successiva è di appena 108 km, con Bisanne, Cormet de Roselend e l’arrivo sulla pedalabile salita di Rosiere. La tappa alpina più difficile è l’ultima, che scala tre grandi montagne come Madeleine, Croix de Fer e la classicissima Alpe d’Huez.

Dai Pirenei a Parigi

Conclusa la tre giorni alpina il Tour de France offrirà una possibile occasione ai velocisti e quindi la tappa di Mende, con la stessa breve ma dura salita finale sulla quale vinse Cummings nel 2015.

La 15° tappa a Carcassonne potrebbe essere un’occasione ideale per le fughe da lontano, prevedendo una lunga salita, il Pic de Nore, a circa 40 km dall’arrivo. Poi si entrerà nel trittico pirenaico, spezzato però da una tappa cuscinetto. La prima sfida sui Pirenei sarà con una tappa pianeggiante nella prima metà e poi con le salite di Portet d’Aspet, Mentè e Portillon prima del finale in discesa. Il secondo appuntamento sui Pirenei è quanto mai insolito. È una tappa di appena 65 km segnata da tre salite senza nessun momento di respiro: Peyragudes, Val Louron e Col de Portet. È una tappa molto particolare che potrebbe riservare una battaglia intensa dall’inizio alla fine e qualche sorpresa.

Ci sarà quindi un giorno di tregua con la tappa pianeggiante di Pau prima dell’ultima frazione di montagna con i giganti Tourmalet e Aubisque e finale in discesa a Laruns.

Come nella scorsa edizione la penultima tappa sarà a cronometro. Sarà una crono di appena 31 km e assolutamente inadatta agli specialisti, su un percorso difficile, senza pianura e continui saliscendi. La conclusione sarà come sempre a Parigi, con lo spettacolare sprint dei Campi Elisi.

Sulla carta sembra un percorso molto interessante per Nibali, che quasi certamente preferirà il Tour al Giro.