Si chiude in positivo anche la seconda partita della nazionale in questa corsa ai mondiali FIBA del 2019. Andata in scena il 26 novembre nella suggestiva e leggendaria Dražen Petrović Basketball Hall di Zagabria, la gara ha visto la nuova selezione di coach Romeo Sacchetti trionfare per 80-64 su una Croazia altrettanto rimaneggiata e priva del caratteristico, tradizionale mordente.

La partita, sicuramente non una delle migliori né da una parte né dall’altra, ha comunque regalato una serie di spunti interessanti per lo staff tecnico dell’Italia. Molto lavoro da svolgere in fase di perfezionamento di attacco e difesa, così come nella solidificazione di un ambiente di spogliatoio ancora acerbo ma promettente.

Bene Awudu Abass e Paul Biligha, quasi impeccabile Amedeo Della Valle.

Inizio da solisti, vittoria corale. L’Italia si sta riscoprendo partita dopo partita

Avvio di gara confuso e distratto per la nazionale italiana, che si comporta più come un insieme di cinque singoli che da vera e propria squadra. In assenza di Belinelli, Gallinari e Datome, tocca ad Alessandro Gentile suonare la carica nella prima fase del gioco, siglando da solo i primi 10 punti dell’Italia; per la Croazia (reduce da una partita non all’altezza contro l’Olanda), Željko Šakić spicca più degli altri.

Con l’ingresso in campo di Ariel Filloy la partita cambia marcia e l’attacco si sviluppa con maggior senso di collaborazione da parte dell’intero gruppo.

Prende coraggio anche Awudu Abass, protagonista della partita, nonostante l’iniziale leziosità dei suoi primi attacchi al ferro. Ancor meglio dell’attacco è la difesa, inizialmente solo abbozzata ma di minuto in minuto più incisiva anche grazie agli episodi: uno straordinario Christian Burns, con tre fondamentali giocate difensive consecutive, carica l’Italia anche nell’altra metà campo.

Per l’Italbasket il terzo periodo di gioco è il momento buono per osare e rendersi davvero pericolosa: Abass e Biligha crescono, il vantaggio anche: nel terzo quarto capitan Aradori e compagni raggiungono i 10 punti di vantaggio, il massimo della partita fino a quel momento. Boom definitivo di Della Valle che realizza la “partita della vita”: 25 punti e 5/8 da tre; 13 per Abass, che mette in ghiaccio la partita contro una Croazia che non ci crede mai abbastanza e non lotta più già dall’inizio dell’ultimo periodo.

Una menzione particolare per Brian Sacchetti, che fa il lavoro sporco per tutti in entrambe le metà campo e dirada ogni possibile dubbio dei malpensanti su quanto si meritasse la convocazione di papà Meo.

Un progetto rinnovato, tante motivazioni. Ma non basta per essere grandi

Gettata alle spalle la delusione dell’avventura Eurobasket della nazionale di Ettore Messina, (forse anche esageratamente gonfiata di malumori), la nuova Italbasket riparte da alcune certezze e vecchie conoscenze ma anche da tanti volti nuovi, che ancora mancano di conoscenza reciproca ma dimostrano umiltà e volontà di imparare ed essere squadra. Il movimento del Basket italiano rimane una realtà piena di lacune e difficoltà, specialmente nella preparazione degli eventi di una certa importanza, raramente vengono valorizzati sia dal punto di vista mediatico, che da quello del supporto politico.

La speranza che avvenga una crescita parallela sia sul piano sportivo che su quello gestionale, rimane l’ostacolo più grande per un’Italia che può far bene, ma deve crederci. Non solo come nazionale, ma anche come nazione.