Nella giornata odierna, si contano 24 anni dalla morte di colui che era ed è da molti considerato il miglior pilota di Formula1, Ayrton Senna. L'1 maggio 1994 infatti, ancora scosso e pieno di dolore per la morte, durante il GP di San Marino del suo collega Roland Ratzenberger, alle 14:17 la sua Williams-Renault si schianta nella curva del tamburello a 211 km orari, calcolati dalla telemetria di bordo. Ciò che causa la morte del pilota è il braccetto della sospensione anteriore che, dopo l'impatto si spezza si ripiega su se stessa, prendendo la forma di una lancia, colpisce il casco e si conficca nella testa del pilota così da infliggere la ferita che ne provoca la morte di li a poche ore.

Sono infatti le 18:10 quando la dottoressa Melandri, primario del reparto in cui è stato ricoverato Ayrton dell'ospedale Maggiore di Bologna, legge il comunicato ufficiale in cui si riporta che Senna è morto alle 17:40.

L'impatto, il caos, nessuno capisce cosa accade, Senna viene steso sul prato vicino alla curva del Tamburino, arriva l'elicottero, viene portato in ospedale ancora vivo anche se incosciente, entra in coma profondo e muore alle 17:40. Di li a poco ogni giornale, radio, telegiornale parla della dipartita di quello che è considerato il più grande pilota di Formula1.

Ayrton Senna quel giorno, che in cuor suo sente di poter vincere quel GP, non esitò a portare con sé la bandiera austriaca per onorare il collega Ratzenberger nel giro d'onore.

Il tragico weekend di GP

Chi c'era ricorda la vicenda con amarezza, presente sin da prima che iniziasse anche la stessa gara, prima che Senna arrivasse a quel fatale settimo giro di circuito, secondo dall'uscita della safety-car, la quale è stata necessaria dopo il contatto in partenza tra la Benetton di Lehto travolta dalla Lotus di Lamy che non si era accorto che il primo era ancora fermo.

I frammenti delle due vetture volano sul prato accanto e sulle tribune ferendo quattro tifosi: tre vengono dimessi, uno più grave, viene operato alla testa dopo l'impatto con uno pneumatico.

L'amarezza presente già nell'aria era stata causata da ciò che successe nei giorni precedenti, da venerdì 29 aprile, quando Rubens Barrichello alle 13:15, con la sua Jordan decolla sul cordolo a oltre 200km/h, rotola 2 volte e si ferma capovolta, il pilota col volto sanguinante viene intubato, ancora incastrato nell'abitacolo.

Viene portato al centro di soccorso di pista dove viene sottoposto a TAC e radiografia alla colonna cervicale e poi trasferito con elisoccorso all'ospedale Maggiore di Bologna. Barrichello riporta una frattura al naso e contusioni ad una mano ed alcune costole. Questo giro di qualifiche di pole position, il 29 aprile 1994, in vista della gara GP di Imola, se lo aggiudica Ayrton Senna. L'incidente di Barrichello segna il primo evento, nonché il meno funesto, tra quelli di quell'indimenticabile GP.

Sabato 30 aprile, ultima sessione di qualifiche. La Simtek Ford di Roland Ratzenberger dopo un contatto con il cordolo, perde l'alettone anteriore che si infila, con il pilone, sotto la vettura sbilanciandola.

Questa la ricostruzione di un tragico momento che vede il pilota austriaco collidere, a 314,9 km/h, sul muretto esterno nella curva Villeneuve a Imola. Da questo momento riparte, come nella giornata precedente, il caos medico e non solo che vede Roland, privo di sensi e sanguinante, soccorso dapprima nell'abitacolo e poi disteso sul terreno, infine trasportato in ospedale mediante elisoccorso. Si riscontra la fatale frattura alla base cranica che gli è costata la vita sul colpo. Ma viene comunque sottoposto a defibrillazione, ancora nel circuito invano. La morte viene constatata poco dopo il suo arrivo all'ospedale Maggiore di Bologna.

A 10 giri dalla fine del GP, che vede sul podio Schumacher, altri feriti: 3 tecnici Ferrari, 1 Lotus, 1 Benetton e 1 addetto ai soccorsi, la causa è la perdita di una ruota della Minardi di Alboreto.

Ayrton Senna

Dopo l'incidente nel quale trovò la morte l'austriaco Roland Ratzenberger, Senna si recò presso la curva dello schianto volendone capire, forse, le cause oppure per dedicargli delle preghiere vista la sua risaputa propensione religiosa e devozione al Signore. Chi visse questi momenti in quel drammatico fine settimana ne parla con una tristezza e amarezza indescrivibili. Chi era vicino a Senna soprattutto racconta di come fosse accompagnato in tutta la giornata da quell'espressione di tristezza, quasi come se sapesse cosa sarebbe accaduto, come se qualcuno gli avesse anticipato il compimento del suo destino. Qualcuno racconta che Ayrton, dopo la notte insonne passata con la tristezza per la morte di Roland, poco prima della gara, stava di fianco alla sua auto, una mano poggiata sopra come ad accarezzarla, assorto nei suoi pensieri che nessuno potrà mai più svelare.