La vittoria al Giro d’Italia non ha placato le discussioni sul caso Froome. Il capitano del Team Sky ha corso e vinto il Giro nonostante sia ancora in attesa del verdetto per la positività al salbutamolo riscontrata alla scorsa Vuelta Espana, vinta davanti a Vincenzo Nibali. Da quel giorno del controllo in una delle ultime tappe della corsa spagnola sono passati quasi nove mesi, ma tutto questo tempo non è stato ancora sufficiente per arrivare in fondo alla vicenda. A Roma, a conclusione del Giro d’Italia, è tornato a parlare del caso Froome il Presidente dell’Uci David Lappartient, che ha dato delle novità poco incoraggianti.

Lappartient: ‘Un caso complesso’

Il Presidente Lappartient ha partecipato al gran finale del Giro d’Italia, ma non è salito sul palco delle premiazioni al momento della vestizione di rosa di Chris Froome, un chiaro segnale di quanto sia tesa la situazione tra l’Uci e la Sky. Il dirigente francese è stato poi interpellato dalla stampa, e naturalmente sono state molte le domande a proposito della vicenda che ha coinvolto Froome. Lappartient ha annunciato che probabilmente la storia non si risolverà prima della partenza del Tour de France. “Non credo che si arriverà ad una decisione prima del Tour. Penso che le possibilità siano ridotte al 50%, o forse meno” ha dichiarato il presidente dell’Uci al giornale spagnolo As.

Lappartient ha poi dovuto motivare questo ritardo così difficile da sopportare per tutto il mondo del Ciclismo: “Si tratta di un caso molto complesso, con molti avvocati, molti interessi, molti documenti e molti soldi in mezzo” ha ammesso il presidente. “Prenderemo la decisione prima possibile, ma non c’è un margine di tempo.

I nostri dubbi debbono essere fugati e i loro studi devono essere valutati. Entrambe le parti hanno potenti rappresentanti legali e tutto è più complicato del solito” ha spiegato Lappartient, riferendosi probabilmente ai casi che in passato avevano coinvolto altri ciclisti come Petacchi e Ulissi, entrambi sospesi in attesa della sentenza e poi squalificati.

Il verdetto non chiuderà il caso

Il pessimismo di Lappartient a proposito del tempi del caso Froome e della possibilità di chiudere tutto prima del via del Tour de France è ben giustificato. Froome e la Sky si sono rivolti ad un potente studio legale londinese, il Mike Morgan Sports Law, che ha commissionato diversi studi scientifici per dimostrare la non colpevolezza del corridore. La Sky ha investito molti milioni di euro tra spese legali e consulenze scientifiche, ed è determinata ad andare fino in fondo per uscire pulita dalla vicenda.

Se il verdetto dovesse essere di squalifica per Froome, il caso non sarebbe chiuso. I legali della squadra britannica ricorrerebbero certamente al TAS, il Tribunale dello Sport di Losanna, allungando ancora notevolmente i tempi.