Il Giro d’Italia di Chris Froome si è riaperto sullo Zoncolan. La salita più dura d’Europa ha dato i verdetti che erano attesi, soprattutto a quei corridori come Froome e Aru che si trovavano ad un bivio. Il campione del Team Sky ha ritrovato le sensazioni e il passo delle scorse stagioni ed è riuscito a scrivere il proprio nome nel prestigioso albo d’oro della montagna friulana. È stato respinto invece Fabio Aru, staccatosi a metà ascesa ed arrivato ad oltre due minuti. La maglia rosa Simon Yates ha superato brillantemente questo primo esame con i tapponi di alta montagna, ed ha allungato su Tom Dumoulin che si è comunque difeso con classe ed intelligenza.

L’attesa dello Zoncolan

Il tappone friulano era la giornata più attesa di questa seconda settimana di Giro d’Italia. La corsa proponeva l’arrivo sul terribile Zoncolan, con le sue pendenze al limite del ribaltamento, dopo aver già affrontato altri 4 Gpm. L’ascesa finale così estrema ha consigliato a tutti una corsa d’attesa. La tappa è stata molto lineare fino all’imbocco della salita finale, come sempre accaduto nei precedenti dello Zoncolan al Giro.

Nelle fasi iniziali si è formata una fuga con Barbin (Bardiani), Gavazzi (Androni), Conti (UAE), Mosca (Wilier), Didier e Pedersen (Trek) e Montaguti (AG2R).

La Mitchelton della maglia rosa Simon Yates ha guidato quasi ininterrottamente il gruppo, sostituita solo dalla Astana che ha dato un’accelerata sulla salita del Passo Duron. Davanti sono poi rimasti i soli Conti e Barbin, che però hanno iniziato lo Zoncolan con un vantaggio di pochi secondi.

Riecco Froome

Le pendenze mostruose dello Zoncolan hanno portato ad una corsa ad eliminazione, con il gruppo che si è sgranato da dietro perdendo un corridore dopo l’altro.

Conti e Barbin sono stati presto raggiunti, e non hanno inciso i tentativi di Anton (Dimension Data) e Woods (Education First). Froome (Team Sky) ha dato un primo segnale di rinascita mettendo in testa al gruppo Wout Poels ad imporre un’andatura sostenuta che ha messo alle corde Aru (UAE) già verso metà scalata. Il corridore sardo ha lottato trasfigurandosi in una maschera di sofferenza, ma ha dovuto dire addio ai sogni di classifica ormai senza possibilità di appello.

Poels ha dato un’ultima accelerata per preparare il cambio di ritmo di Froome, arrivato a 4 km dall’arrivo. Il capitano della Sky ha fatto vedere una delle sue classiche accelerate ad altissime frequenze ed è riuscito a guadagnare qualche secondo su Yates (Mitchelton), Pozzovivo (Bahrein Merida) e Lopez (Astana), con Dumoulin (Sunweb) e Pinot (Groupama) poco più dietro.

Yates è sembrato salire con facilità e quando ha deciso di accelerare si è scrollato subito di dosso gli avversari. Il finale è stato un’entusiasmante sfida tra Froome e la maglia rosa al suo inseguimento, sempre più vicino. Ma sui tornanti finali il capitano della Sky è riuscito a dare un’ultima accelerata per difendere la sua posizione ed andare a vincere.

Yates ha chiuso a 6’’, superando questo test con un tappone e tante salite in cui molti lo attendevano al varco. Pozzovivo ha anticipato Lopez a 23’’, e Dumoulin ha chiuso molto forte una bella scalata, gestita nel modo migliore. L’olandese è salito ignorando i cambi di ritmo degli avversari ed ha limitato il passivo a soli 37’’, appena davanti ad un Pinot così così. Aru ha chiuso a quasi due minuti e mezzo, una sconfitta che ormai non ammette repliche.

La classifica vede ora Yates allungare il vantaggio a 1’24’’ su Dumoulin, che però può contare sulla cronometro di Rovereto di martedì prossimo per ribaltare la situazione.

Pozzovivo, sempre molto solido, è a 1’37’’ seguito da Pinot, con Froome che si affaccia al quinto posto, ma ancora ad oltre tre minuti.