La quarta tappa della Vuelta ha presentato il primo arrivo in salita della corsa a tappe spagnola. 161.4 Km da Vélez-Málaga ad Alfacar con due salite di prima categoria, l’Alto de la Cabra Montés, 15,7 km con una pendenza media del 5,9%, e poi l’ascesa finale di Puerto de Alfacar di 12,4 km al 5,4%, con punte massime all’11%. Dopo l’arrivo di ieri in voltata, nella quale ha trionfato in tricolore il nostro Elia Viviani, la tappa di oggi appariva un terreno adatto alle fughe.
La cronaca della tappa
Come da pronostico, quindi, la fuga non si è fatta attendere.
Sono stati nove i corridori a staccarsi dal plotone: Nikita Stalnov (Astana), Jelle Wallays (Lotto-Soudal), Ben King (Team Dimension Data), Pierre Rolland (Education First-Drapac), Lars Boom (Astana), Oscar Cabedo (Burgos-BH), Luis Angel Mate (Cofidis), Aritz Bagues (Euskadi-Murias) e Ben Gasteur (Ag2r La Mondiale).
Complice il caldo e un’andatura del gruppo tutt'altro che forsennata e gestita dal Team Sky, i fuggitivi sono riusciti ad accumulare un vantaggio massimo di circa dieci minuti, garantendosi un margine di tempo sufficiente per poter pensare di giocarsi la vittoria di tappa.
L'arrivo e i primi giudizi
La salita di Puerto de Alfacar è stata decisiva e il gruppetto di testa si è lentamente sgretolato, facendo emergere i tre corridori che sono saliti sul podio di giornata, rispettivamente King, Stanlov e Rolland.
Quest’ultimo si è riportato sul gruppo di testa quando mancavano 500 metri all'arrivo, mostrando grande tenacia e determinazione.
L’ascesa finale ha fatto esplodere anche il gruppo principale. Il duro ritmo imposto dalla LottoNL-Jumbo ha mietuto le prime vittime, tra le quali, come era da preventivare, Vincenzo Nibali. Lo squalo dello stretto, come si era già compreso dalle precedenti tappe, ha ormai chiaramente rinunciato ad ambizioni di classifica generale, cercando di raggiungere il picco di forma nell'ultima settimana, per poter cercare una vittoria di giornata.
Anche Fabio Aru (UAE Emirates) ha palesato alcune difficoltà, staccandosi momentaneamente dal gruppo dei migliori. Il sardo ha però lavorato soprattutto di testa, riportandosi sui suoi diretti avversari e giungendo al traguardo assieme a Valverde e a Kwiatkowski, che conserva quindi la maglia rossa di leader della classifica generale. Simon Yates (Mitchelton-Scott) e Emanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe) sono invece riusciti a guadagnare una trentina di secondi sul gruppo principale, scattando sempre sulla salita finale.