Ancora lui. Novak Djokovic, dopo il successo a Wimbledon di 3 mesi fa, raddoppia, vince gli US Open e lo fa in quella New York che lo aveva già visto trionfatore nel 2011 e nel 2015. E' l'ennesima dimostrazione di come, anche dopo un periodo buio fatto di infortuni e mancanza di fiducia nelle proprie capacità, il grande campione riesca a riemergere più forte di prima ed a riconquistare i tornei in assoluto più prestigiosi. Il tutto contro un avversario, quel Juan Martin Del Potro, che negli ultimi anni ha passato l'inferno (4 operazioni chirurgiche per un braccio, il sinistro, che non voleva saperne di tornare guarito e che ha portato l'argentino vicino al ritiro definitivo dalle competizioni) ma che ha saputo eroicamente raggiungere una finale allo US Open 9 anni dopo la sua vittoria da outsider contro Roger Federer.

Del Potro disinnescato, finale dominata

I due finalisti impostano entrambi una partita attenta, senza lasciare nelle fasi iniziali alcuna possibilità all'avversario di palle break. Del resto si conoscono bene e sono anche legati da una forte amicizia. Il copione della gara è quello che ci si poteva aspettare: Del Potro molto solido al servizio e letale con le sue spaventose accelerazioni di dritto. Djokovic un muro in difesa, capace di straordinari recuperi e sempre propositivo con entrambi i fondamentali.

E' il serbo a rompere gli indugi nel settimo gioco concretizzando il break e non concedendo più nulla fino alla conquista del set: 6-3. Del Potro, un pò sfiduciato, comincia male anche il secondo set subendo subito un break.

L'Arthur Ashe Stadium però può contare su un gran numero di argentini che non smettono mai di incitare il gigante buono di Tandil che riesce a reagire ed a recuperare il break di svantaggio ad un Djokovic in questo frangente un pò più nervoso. Si arriva inevitabilmente al tie break. Del Potro conquista in un paio di occasioni un mini-break di vantaggio ma il guerriero serbo riesce sempre a recuperare fino a portarsi in vantaggio 6 a 4.

Il primo set point è sufficiente a Nole per incamerare anche il secondo parziale. Il terzo set appare come una riproposizione del primo con un Djokovic solidissimo e concreto che riesce a conquistare un altro break ed a chiudere l'incontro in poco più di tre ore di gioco con il risultato finale di 6-3 7-6 (7-4) 6-3.

Nole risale fino alla terza posizione mondiale

Djokovic conquista così il 14esimo slam della carriera, raggiungendo Sampras in questa prestigiosa classifica trovandosi ora a -3 da Nadal (17) e a -6 da Federer (20). Continua anche la sua imperiosa risalita in classifica mondiale: ora è terzo e può andare a caccia dei 2 rivali di sempre, quei Nadal e Federer con cui si è spartito buona parte dei più prestigiosi tornei del circuito nel 21esimo secolo.