Dalla polvere all’altare nel giro di dodici mesi. L’Italia del bowling ha dato lezione ai maestri a stelle e strisce ed è salita sul tetto del mondo. Un’impresa da leggenda sulla quale in pochi, forse nessuno, avrebbe scommesso alla vigilia della partenza della spedizione azzurra per il mondiale di Hong Kong. Del resto si ripartiva dal ventiduesimo posto della rassegna iridata di Las Vegas con l’obiettivo di cancellare quel piazzamento e, soprattutto, le pesanti critiche incassate al termine di quell’amara esperienza. Gli azzurri, allenati da Massimo Brandolini, hanno zittito tutti ed hanno prima steso il Canada, al termine di un’avvincente sfida (2 a 1), e poi hanno messo al tappeto gli Stati Uniti con un perentorio due a zero (189-169, 210-166).

Tra i protagonisti della cavalcata trionfale il ventiduenne salernitano Antonino Fiorentino.

“Questo mondiale è stata un’esperienza pazzesca, noi non abbiamo una tradizione importante in questo sport ed i nostri risultati sono stati di media classifica. Dopo il ventiduesimo posto dell’anno scorso il nostro obiettivo era quello di migliorare, ma non immaginavamo di realizzare quello che abbiamo fatto” - ha dichiarato il giocatore.

'E pensare che l'obiettivo era migliorare il 22° posto dell'anno scorso'

A rendere ancora più esaltante la vittoria italiana l’aver superato i colossi di questo sport. “Abbiamo battuto le due squadre più forti al mondo: il Canada e gli Stati Uniti che hanno un movimento di giocatori cento volte superiore al nostro.

E’ stata una soddisfazione pazzesca, ci abbiamo messo tanto cuore ed i risultati ci hanno ripagato del lavoro e dei sacrifici che abbiamo fatto”. Una scalata maturata lontano dai riflettori e praticamente a costo zero. “A livello di club, per quanto riguarda l’anno agonistico, ci autofinanziamo e non percepiamo nessuno stipendio.

Qualcosa riusciamo ad ottenere dai montepremi dei tornei mentre per quanto concerne la nazionale siamo rimborsati delle spese di viaggio e del vitto ma anche qui non riceviamo nessun compenso”. Un brindisi con la birra dopo il trionfo ed una dedica speciale a chi ha sempre creduto nelle potenzialità degli azzurri. “Il pensiero va soprattutto alle persone che ci hanno sostenuto nei momenti di difficoltà.

Dopo i mondiali di Las Vegas siamo stati criticati e ci sono state alcune persone che si sono strette intorno a noi”.

L’azzurro non ha nascosto di essere rimasto stupito dall’interesse che si è creato in queste ore per il trionfo mondiale. “Siamo stati letteralmente travolti da questa ondata mediatica che sinceramente non ci aspettavamo”.

Dalle critiche di Las Vegas all'impresa contro gli Stati Uniti

Antonino Fiorentino è originario di Salerno ma ha mosso i primi passi nel bowling a Potenza. “I miei genitori si sono trasferiti lì quando ero piccolo ed a Potenza hanno aperto un centro bowling che poi è stato chiuso nel 2014. Da lì la mia passione per questo sport. In seguito sono rientrato a Salerno ed ora mi sono trasferito a Bologna per motivi di studio”.

Il ‘Fonzie italiano’ milita nell’Asd Delirium in Emilia Romagna ed in queste ore è stato travolto dall’affetto dei compagni di squadra e di tanti appassionati di bowling (tra le diciannove discipline affiliate al Coni). Tra questi anche i ragazzi del The Club Pontecagnano che hanno rimarcato la grande umiltà di Fiorentino. Un’impresa che resterà negli annali dello sport e che porta la firma, oltre che del salernitano, anche di Marco Parapini, Marco Reviglio, il veterano con i suoi 53 anni, Nicola Pongolini, Pierpaolo De Filippi ed Erik Davolio che si divide tra la pista e il forno visto che lavora come panettiere.

Da rilevare che l'oro di Hong Kong arriva a distanza di 47 anni anni dalla medaglia di bronzo ottenuta dalla nazionale italiana a Milwaukee (1971). “E’ incredibile, cinque anni fa la federazione era commissariata. Ora speriamo che questa vittoria porti qualcosa all’intero movimento” - ha chiosato il ct Massimo Brandolini.