Nel prossimo mese di settembre Peter Sagan avrà un nuovo appuntamento con la storia. Il fuoriclasse slovacco andrà a caccia della quarta maglia di Campione del Mondo, un traguardo mai raggiunto da nessuno nella storia ormai quasi centenaria della rassegna iridata di Ciclismo. Se quest’anno la vittoria di Sagan era quasi impossibile, per via dell’altimetria particolarmente impegnativa del circuito di Innsbruck, nel 2019 il tracciato sarà molto più adatto a lui. Si correrà in Yorkshire per una sfida promessa a velocisti e corridori da classiche del nord, senza vere e proprie salite.

Nonostante l‘importanza dell’appuntamento, il campione slovacco ha intenzione di avvicinarsi alla corsa in maniera molto personale.

Sagan: ‘A Bergen ho visto il circuito quando abbiamo iniziato a correre’

Il modo di vivere anticonformista e un po’ naif di Peter Sagan emerge facilmente in ogni situazione. Pur essendo un grande professionista che si allena con scrupolo, il fuoriclasse slovacco ha un modo molto singolare di vedere alcuni aspetti delle corse e della preparazione. In un’intervista a Cyclingnews, realizzata durante il ritiro della Bora Hansgrohe in Spagna, Sagan ha spiegato come non abbia mai dato nessun peso alle ricognizioni sui percorsi da affrontare poi in gara. Mentre quasi tutti gli avversari, i Direttori Sportivi e Commissari Tecnici, fanno sopralluoghi in giro per il mondo, soprattutto prima di Mondiali e Olimpiadi, lui ha sempre preferito correre al buio, una scelta vincente visti i tre titoli iridati conquistati.

“A Richmond ho visto il percorso due giorni prima ma ho fatto solo un giro” ha raccontato Sagan. “A Doha ho fatto solo un giro del circuito cittadino, non avevo mai visto le altre sezioni. Tutti sapevano quando ci sarebbero state le sezioni con il vento laterale. A Bergen non ho visto il circuito fino a quando non abbiamo iniziato a correre, è stata la mia prima volta sul percorso” ha dichiarato Sagan riferendosi al suo ultimo titolo iridato.

‘Basta guardare il profilo’

Il campione slovacco continuerà in questa strategia vincente anche il prossimo anno, quando i Mondiali saranno in Yorkshire su un tracciato che si preannuncia particolarmente adatto alle sue caratteristiche tecniche.

“Non penso che andrò a vedere il circuito, forse manderò qualcuno, ma puoi vedere il tracciato semplicemente guardando il profilo” ha spiegato Sagan smontando con la sua semplicità la strategia di molte altre squadre, fatta di ricognizioni e sopralluoghi per vedere ogni minimo dettaglio, a volte anche quelli insignificanti.

“Se vuoi sapere quando girare a sinistra o a destra puoi vederlo solo in gara. In un semplice allenamento non vedrai molto a causa del traffico, dovrai fermarti ai semafori, non lo farai alla giusta velocità, quindi in realtà non riesci a capire il circuito. A mio parere non funziona, imparerai i punti importanti dal primo giro della corsa” ha commentato Sagan.