Il Giro delle Fiandre ha respinto Wout Van Aert. Il corridore belga, tre volte iridato del ciclocross, era uno dei più attesi nella classica fiamminga dopo le belle prestazioni che lo hanno portato nelle scorse settimane al podio della Strade Bianche e della E3 BinckBank di Harelbeke. Van Aert ha però sofferto molto nel Fiandre dominato da Bettiol ed è stato costretto ad una corsa puramente difensiva nella fase finale. Nonostante le difficoltà che lo hanno tenuto fuori dai giochi per il successo, il corridore della Jumbo Visma ha parlato in maniera molto critica di Peter Sagan, accusandolo come uno dei colpevoli del mancato inseguimento a Bettiol.

Van Aert: ‘Non ero abbastanza forte’

Wout Van Aert è stato molto chiaro nell’analisi della sua prova al Giro delle Fiandre, ammettendo di non essere stato all’altezza delle aspettative che lo vedevano tra i principali favoriti. Il 24enne di Herentals è rimasto nel vivo della corsa dopo il frazionamento che si è verificato sul Grammont, ma con il passare dei chilometri e dei muri la sua presenza nelle parti avanzate del gruppo è diventata sempre più timida. La parte finale è stata una pura sofferenza per il tre volte iridato di ciclocross, che è rimasto attaccato con fatica alle ultime posizioni del gruppetto degli inseguitori di Bettiol e non è riuscito a sprintare finendo solo al 14° posto.

“Non ero abbastanza forte oggi, ho sofferto molto” ha ammesso Van Aert nel dopo corsa.

“All’ultimo passaggio sul Kwaremont ero al limite, poi ho sofferto sul Paterberg, era finita per me. È stata una corsa difficile a partire dal Grammont, ho pensato che sarebbe esplosa ma siamo comunque arrivati alla parte finale con un gruppo ancora numeroso” ha raccontato il corridore belga che non si è detto sorpreso di questa situazione. “Sapevamo che c’erano molti corridori con un livello simile” ha aggiunto Van Aert.

‘Ero venuto per qualcosa in più’

Van Aert è riuscito comunque a tenere duro, scollinare il Paterberg e rientrare sul gruppetto con Sagan e Van Avermaet all’inseguimento di Bettiol.

Il corridore belga si è lamentato della poca collaborazione che c’è stata per organizzare la caccia al fuggitivo, tra scatti e rallentamenti, accusando apertamente Peter Sagan di aver rotto l’accordo con il suo atteggiamento.

“Ci sono sempre corridori che vogliono collaborare, poi ce ne sono altri come Peter Sagan, quelli che non fanno altro che accelerare in modo esplosivo uccidendo il ritmo” ha accusato Van Aert, ammettendo però che in ogni caso non sarebbe riuscito a sprintare per il successo anche se Bettiol fosse stato raggiunto. “Ero morto dopo il Paterberg, non potevo fare una buona volata, potevo solo seguire gli altri” ha confessato il belga prima di fare i complimenti a Bettiol. "Chapeau a lui, tutti sapevano che era pericoloso, è andato molto forte. Io ero venuto per qualcosa in più, ma alla fine non potevo fare meglio di quello che ho fatto, quindi non posso essere insoddisfatto” ha chiosato Van Aert.