E’ sempre più rosa il Giro d’Italia di Richard Carapaz. Dopo aver superato lo scoglio del Mortirolo, lo scalatore dell’Ecuador ha messo alle corde Nibali e Roglic nella breve salita finale della diciassettesima tappa, quella con arrivo ad Anterselva. Carapaz ha messo in mostra una brillantezza ancora invidiabile, concretizzando un’altra tattica perfetta della sua Movistar che ha fatto muovere per primo Landa. La vittoria di tappa è andata invece al francese della AG2R Nans Peters, inseritosi nella fuga partita nei primi chilometri della corsa.

Giro, 18 in fuga

La diciassettesima tappa del Giro d’Italia, da Commezzadura ad Anterselva, presentava un percorso decisamente più facile rispetto agli ultimi tapponi di montagna, ma con gli ultimi 5 km di impegnativa salita verso lo stadio del biathlon della sede d’arrivo. Nella prima parte con la pedalabile salita della Mendola si è formata al comando una fuga di 18 corridori, tra cui De Gendt, Masnada, Jungels, Formolo, Chaves, Brambilla, Peters, Bakelants e Conti.

L’azione ha rapidamente preso un vantaggio consistente, fin oltre i sette minuti, spezzando così la corsa tra i corridori interessati al successo di tappa e quelli per la classifica generale.

La Ineos ha poi aumentato un po’ l’andatura del gruppo per non mettere in pericolo la posizione di Sivakov, nono in classifica e minacciato da Formolo.

Dopo un tentativo avventato di Jan Bakelants, la tappa si è risolta a 15 km dall’arrivo, quando Nans Peters è partito all’attacco sfruttando uno dei tratti più ripidi del falsopiano verso l’imbocco della salita finale.

Gli altri fuggitivi hanno un po’ tergiversato, ma Peters ha dimostrato di avere non solo coraggio ma anche forza. Con un’azione un po’ scomposta ma molto incisiva, il francese ha respinto i timidi tentativi di rincorsa innescati da Conti e Chaves, poi secondo al traguardo. Peters è andato così a centrare un bel successo per rimettere in carreggiata un Giro che per la sua squadra non era andato così bene fin qui.

Movistar all’attacco

La corsa degli uomini di alta classifica è stata calma fino a 5 km dall’arrivo, all’inizio della salita verso Anterselva dove il ritmo si è alzato notevolmente per merito della Astana. Ma a partire all’attacco è stato poi Mikel Landa con il classico lungo rapporto e l’azione a mani basse. Lo scalatore basco ha provocato una grande selezione in gruppo, costringendo Roglic a lavorare in prima persona e Nibali a mettere davanti Pozzovivo.

Carapaz ha poi intuito la giornata non brillantissima degli avversari diretti ed ha imposto un violento cambio di ritmo in prossimità dell’ultimo chilometro, seguito da Lopez.

Nibali e Roglic non sono stati capaci di reagire alla sollecitazione imposta dalla maglia rosa che ha così allungato ancora in classifica, in maniera lieve ma molto significativa. Landa è arrivato con 12’’ su Carapaz e Lopez, 16’’ su Carthy e 19’’ su Roglic, Nibali e Mollema. Yates e Sivakov sono arrivati poco dietro, mentre ha pagato pesantemente Majka, arrivato con oltre un minuto di ritardo ed apparso in evidente calo nelle ultime giornate.

La classifica sorride sempre più a Carapaz e alla Movistar, anche oggi interprete perfetta della tappa. Lo scalatore dell’Ecuador è in maglia rosa con 1’54’’ su Nibali e 2’16’’ su Roglic, con Landa che si è avvicinato a 3’03’’.