Ecco le grandi montagne, le emozioni e i verdetti del Giro d'Italia. Dopo l'antipasto di ieri a Pinerolo, oggi la corsa rosa è salita in alta quota con il traguardo di Ceresole Reale-Lago Serrù, nella meraviglia del Parco del Gran Paradiso.

Ilnur Zakarin ha vinto la tappa con una fuga da lontano che gli ha dato anche una bella spinta in classifica generale. Landa è stato il grande protagonista della salita finale andando all'attacco a 15 km dall'arrivo, ma anche Carapaz e Majka hanno approfittato dello stretto marcamento tra Nibali e Roglic per guadagnare terreno importante.

Jan Polanc ha gestito ottimamente la situazione e il suo vantaggio per mantenere la maglia rosa.

Giro: 28 in fuga

La Pinerolo-Ceresole Reale, 13ª tappa del Giro d'Italia, era attesa come il primo vero banco di prova per i pretendenti alla maglia rosa finale al cospetto delle grandi montagne e dell'alta quota, con le salite del Lys, di Pian del Lupo e quella finale al Lago Serrù. La corsa si è subito accesa con diversi scatti da cui è scaturita una fuga folta e di grande qualità, con ben 28 corridori tra cui Brambilla, Ciccone, Mollema, Zakarin, Amador, Pozzovivo, Nieve, Izagirre, Masnada e Formolo.

Contrariamente a quanto accaduto ieri, il gruppo non ha mai concesso molto spazio, con la Jumbo-Visma di Roglic che per la prima volta si è presa una certa responsabilità nel guidare le operazioni. È stata però la Astana a dare un forte impulso nella seconda parte della dura ascesa a Pian del Lupo, dove il gruppo dei migliori si è ridotto ad una decina di unità.

Il ritmo è poi calato nella discesa e nel successivo falsopiano, permettendo numerosi rientri da dietro.

I fuggitivi hanno sentito l'incombere del plotone e hanno accelerato sulla lunga salita finale verso il lago del Serrù. Prima uno scatenato Masnada ha portato via un contrattacco, poi gli scalatori più forti sono rinvenuti e davanti sono rimasti Mollema, Zakarin, Nieve e Ciccone.

Landa entusiasma, Nibali aspetta Roglic

Il gruppo ha perso di nuovo terreno dalla fuga e Nibali ha sacrificato Caruso per non far andare Mollema e Zakarin oltre i due minuti di vantaggio. A incendiare la corsa è stato però Mikel Landa. Lo scalatore basco ha attaccato con il suo lungo rapporto e la classica azione sui pedali quando ancora mancavano una quindicina di chilometri all'arrivo. Landa ha trovato per un po' l'aiuto di Amador, riprendendo a danzare da solo negli ultimi otto chilometri, quelli più duri.

Nibali ha utilizzato anche Pozzovivo per fare ritmo, mentre Simon Yates è stato respinto bruscamente e senza appello da questa salita, e Miguel Angel Lopez è rimasto attardato da un salto di catena in una fase molto calda.

Quando la corsa si è trasformata in una sfida diretta tra i capitani, Nibali è rimasto a controllare Roglic, iniziando un marcamento snervante che ha dato il via libera a Carapaz e Majka, che se ne sono andati indisturbati.

Davanti, Ilnur Zakarin ha approfittato della flessione di Mollema per attaccare anche Nieve ed andare a vincere una bellissima tappa. Landa ha faticato un po' nel finale, dopo un'azione coraggiosa e dispendiosa, arrivando a 1'20" dal vincitore, con Carapaz, Mollema e Majka a seguire.

Nibali e Roglic si sono sfidati con un paio di progressioni a testa, ma soprattutto in un duello di sguardi e nervi che ha permesso agli avversari di guadagnare parecchio. I due sono arrivati assieme a 2'57" poco avanti al bravissimo Sivakov, mentre Lopez ha pagato la sfortuna e il contraccolpo psicologico perdendo 4'19".

Il grande sconfitto di questa frazione, però, è stato Simon Yates, arrivato al Giro particolarmente carico e finito a cinque minuti con una prova anonima e una corsa già compromessa.

Jan Polanc ha difeso con una corsa intelligente la sua maglia rosa ed ora ha 2'25" su Roglic. Zakarin e Mollema hanno scavalcato Nibali, ed anche Carapaz, Majka e Landa si sono riportati vicini al campione siciliano. Domani si replica con un'altra tappa durissima in Val d'Aosta, con il Colle san Carlo nel finale.