Grand'Italia con Matteo Berrettini che batte un avversario tutt'altro che morbido come Andrey Rublev e conquista i quarti di finale dei US Open. Non è un'impresa da poco per il nostro Tennis, battendo Popyrin in quattro set il 23enne romano era diventato il settimo italiano a raggiungere gli ottavi a New York, dopo Panatta, Barazzutti, Pozzi, Sanguinetti, Fognini e Lorenzi. Oggi è diventato il secondo a raggiungere il terz'ultimo atto del torneo, era riuscito nella missione soltanto Corrado Barazzutti nel 1977 e, nella circostanza, giunse fino alle semifinali dove fu eliminato da Jimmy Connors.
Così, dopo gli ottavi raggiunti a Wimbledon lo scorso luglio, Matteo riesce a fare meglio in terra newyorchese e mantiene alto il vessillo tricolore: tra i migliori otto tennisti dell'ultimo Slam di stagione ci sarà anche lui. Ulteriore statistica: si tratta del 18esimo tennista italiano a raggiungere i quarti di finale in un major.
Due set da dominatore
Contro Rublev che, nel corso dell'estate, ha fatto parlare parecchio di se dopo aver eliminato Roger Federer a Cincinnati, mentre ai US Open aveva già fatto fuori Stefanos Tsitsipas e Nick Kyrgios, Berrettini ha giocato forse la partita migliore della sua carriera. Il giovane russo non ha molte alternative nel suo gioco se non quella di martellare da fondocampo, Matteo lo ha reso praticamente inoffensivo nel primo set dove sinceramente Rublev non è riuscito a trovare il bandolo della matassa: lo testimonia un numero incredibile di errori, ben 13, ai quali è stato indotto dal servizio impeccabile e dai violentissimi dritti di Berrettini, oltre ad alcuni slice in rovescio assolutamente chirurgici, in un parziale che si è chiuso con un massacrante 6-1 in favore del romano.
Il nostro portacolori si mantiene agggressivo anche nel secondo set dove gli basta un break per ottenere un comodo 6-4 che lo porta ad un solo set dalla storica impresa.
Il bellissimo terzo set e l'incredulità di Matteo
Il terzo parziale è il più bello della partita, quello in cui Rublev ha una veemente reazione d'orgoglio e gioca finalmente alla pari, anche se la sua reazione appare tardiva alla luce di come sono poi andate le cose.
Entrambi le sparano di brutto, sembrano colpi di clava che vanno a segno in maniera quasi impietosa, tuttavia Matteo si ritrova poi la grande occasione di servire per il match sul 6-5 ed è qui che Rublev gli strappa il servizo garantendosi il tie-break. Punto dopo punto, Berrettini getta il cuore oltre l'ostacolo e riesce a prevalere di misura, 8-6.
A fine partita Matteo è il volto della meraviglia e della felicità, gli era già accaduto negli ottavi di Wimbledon dove si era guadagnato la sfida con il suo idolo di sempre, Roger Federer. Stavolta il 'maestro' non è dalla sua parte e lo potrebbe incontrare solo in un'eventuale finale. Ma è il caso di tenere i piedi per terra e, sebbene i tornei di tennis ti diano poco tempo per gustarti le vittorie lungo il cammino, è il caso che Berrettini assapori questa fino in fondo. 'Incredulo' è la parola giusta: "Non so davvero come mi sento - ha dichiarato a caldo a fine match - perché è accaduto qualcosa di incredibile. Credo di aver bisogno di qualche ora per capire cosa è successo davvero, dico solo che oggi tutte le mie armi hanno funzionato, ho variato con i tagli, il servizio ed il dritto, tutto è andato alla perfezione".