Lanciatissimo verso la conquista del sesto titolo mondiale piloti di Formula 1 che lo proietterebbe immediatamemte alle spalle di Michael Schumacher per quanto riguarda i successi iridati (7 è il record del tedesco). Ad inizio stagione l'unico ostacolo che poteva frapporsi tra Lewis Hamilton e la sua corsa al titolo erano le due Ferrari di Vettel e Leclerc. Le rosse in questa seconda parte di stagione stanno battendo ben più di un colpo, ma si sono svegiate tardi e solo un cataclisma potrebbe impedire al britannico di salire ancora in cima al mondo.
Per il team di Maranello è un periodo particolare, la crescita esponenziale del giovane Charles Leclerc sta oscurando Vettel e per l'ex Red Bull il futuro al Cavallino non è poi così lineare. Tornando ad Hamilton, il contratto che lo lega alla Mercedes scadrà nel 2020 ed ipotizzare una possibile nuova sfida per un pilota che ha già stravinto tutto alla guida delle 'frecce d'argento' non è poi così fantascientifico. Una scelta simile a quella di Alain Prost nel 1989, approdato in Ferrari dopo i trionfi alla McLaren e già in una fase matura della sua carriera, anche se il francese rivincerà poi il titolo alla Williams nel 1993 nella sua ultima stagione di corse. Il diretto interessato, però, ha smentito questi rumors.
'Non posso buttar via questi anni alla Mercedes'
L'attuale leader del Mondiale di F1 ha rilasciato un'intervista al sito elvetico Blick ed è qui che chiude decisamente le porte al suo approdo in Ferrari nel 2021. "Non è un'opzione per il mio futuro, anche se non ho dubbi che alla Ferrari potrei cambiare le cose in meglio. Però non è un obiettivo, anche perché abbiamo impiegato sei anni per far diventare la Mercedes un team vincente e portarlo ai vertici.
Oggi viviamo una grande atmosfera in Mercedes, c'è amore, apprezzamento e rispetto e non è qualcosa che puoi semplicemente prendere e buttare via".
Le critiche alle strategie di Maranello
Riguardo alla Ferrari, Hamilton non si è limitato a commentare un suo possibile trasferimento a partire dal 2021, peraltro smentito come già detto, ma ha analizzato le scelte strategiche operate in questi anni a Maranello, con più di una critica.
Intanto, relativamente a Vettel, dice di essere stato "felice per lui dopo Singapore" aggiungendo "non direi mai qualcosa in pubblico sulla situazione che sta vivendo alla Ferrari. Credo che non abbia vissuto un buon momento quando è stato affiancato con un nuovo compagno di squadra molto forte". Qui scatta la critica: "In Ferrari si è sempre gareggiato con ruoli definiti, c'è un numero 1 ed un numero 2 e non credo sia una buona filosofia. Io sono arrivato in Marcedes nel 2013 dicendo chiaramente che non volevo essere il numero 1, ma semplicemente volevo a disposizione gli stessi mezzi e le stesse opportunità del mio compagno di squadra. Se lavori bene e ti impegni duramente vinci, senza bisogno di stabilire a priori se sei il numero 1 in un team. La pensavo così nel 2013 ed ancora oggi è questo il mio pensiero".