Predestinato è quasi un secondo nome per Jannik Sinner e il momento di darlo a vedere è arrivato anche se non ha nemmeno 20 anni. Del resto la storia stessa del Tennis è colma di talenti precoci, 'ragazzini' che sono diventati re senza colpo ferire. Alla base c'è il talento, ma anche tanta maturità e capacità di non perdere il controllo nemmeno nei momenti più difficili. Il giovane allievo di Riccardo Piatti queste doti le ha sempre mostrate, anche quando ha perso e quando il suo maestro tennistico ha ripetuto come una sorta di mantra "ha solo bisogno di giocare e crescere".

Non è ancora cresciuto eppure è in finale in un Masters 1000 e non è una storia di tutti i giorni per il tennis italiano. L'unico a riuscirci, tra l'altro in anni recenti, è stato Fabio Fognini che in età già matura ha coronato il sogno di essere il primo italiano a sollevare un trofeo di questa categoria a Montecarlo. Sinner mira ad essere il più giovane e sembra avere tutte le carte in regola per riuscirci. Intanto nella semifinale dei Miami Open ha battuto in tre set, in rimonta (5-7 6-4 6-4), l'esperto Roberto Bautista Agut grazie una prestazione in cui classe e grinta sono andate di pari passo. Nelle sue prime dichiarazioni a caldo a fine match ha espresso la sua gioia definendo la partita "una battaglia" ed evidenziando quanto sia importante aver ottenuto un simile risultato ancora in giovane età.

La partita

Jannik non parte benissimo e cede immediatamente il servizio allo spagnolo. Tuttavia non ha nessun contraccolpo psicologico, lotta punto a punto riuscendo a ribaltare le sorti del primo parziale. Deve fare però i conti con l'orgoglio e l'esperienza dell'avversario che effettua una controrimonta e con un autoritario ace va a chiudere il set sul 7-5.

Match in salita per Sinner che, però, mostra di non sentire alcuna pressione. Il secondo parziale è equilibrato nei primi otto giochi parimenti distribuiti tra i due atleti in campo, nel nono però il golden boy altoatesino mette la freccia: prima tiene regolarmente il servizio e poi va a strapparlo all'iberico chiudendo sul 6-4.

Qui arriva per lui il momento più difficile, perché dopo i primi quattro game del terzo set Bautista conduce 3-1 e sembra aver dirottato sul suo versante l'inerzia della sfida. Non ha fatto i conti con l'impennata di Sinner che piazza un filotto di tre giochi consecutivi che lo fanno andare sul 4-3. Lo spagnolo tiene poi il servizio e lo stesso fa Jannik nel gioco successivo andando sul 5-4, nel decimo gioco colloca la classica ciliegina sulla torta cogliendo un break da vero killer della racchetta: siamo sul 6-4 e, dunque, gioco, set e partita.

'Una semifinale molto difficile'

"Incredibile" è la prima parola a caldo che viene pronunciata dal vincitore, ma freddo e consapevole dei suoi mezzi a dispetto dei suoi 19 anni, l'incredulità è probabilmente l'ultima delle sue emozioni.

"Bautista è un giocatore solidissimo e, dunque, è stata una semifinale molto difficile da giocare - ha aggiunto - è stata una vera battaglia. Vincere oggi vuol dire tanto per me". In merito a come sono andate le cose in campo, Sinner ha evidenziato come lui e il suo avversario fossero molto tesi nel primo set. "Giocare bene non era facile, c'era vento. Ho cercato nel corso del match di servire meglio e di farlo muovere di più, di mischiare un po' le carte". Incredibile il suo finale in crescendo e la sua autorevolezza nell'ultimo gioco. "Nel mio ultimo turno di battuta ho sentito un po' più di ritmo e ho deciso di giocarmi il tutto per tutto nel game successivo".