Il Gran Premio di Gran Bretagna del 2021 entra di diritto negli annali della Formula 1 e il weekend d’Oltremanica ha lasciato non pochi spunti meritevoli di essere raccontati: dal duello Verstappen-Hamilton all’introduzione della Sprint Qualifying Race, dalle prestazioni dei “vecchietti” Alonso e Raikkonen, fino all’esplosione definitiva di George Russell.

Verstappen-Hamilton, solo questione di tempo

Le schermaglie tra i due litiganti (non solo in pista) hanno acceso gli animi sin dalla scorsa stagione per poi proseguire nel campionato in corso e culminare in questa spaventosa collisione da cui Verstappen, reduce da un impatto di 51G laterali, ne è uscito miracolosamente e fortunatamente illeso.

L’inglese sette volte campione del mondo è stato perciò sanzionato con una penalità di dieci secondi che è sembrata quasi “politica”.

L’incidente, avvenuto alle 15:04 ora locale, è stato soggetto di ulteriori analisi da parte dei commissari per ben 45 minuti, complice la bandiera rossa che ha sospeso la gara per permettere di riparare gli air fences divelti dal mostruoso impatto della Red Bull di Verstappen. Una penalità che ha, più o meno, accontentato tutti, nonostante non ci fosse una chiarissima colpa del pilota Mercedes. Tuttavia, è stato corretto infliggere la penalità ad Hamilton in quanto Verstappen è pur sempre finito nelle barriere rischiando l’osso del collo e ringraziamo, ancora una volta, l’Halo che ha notevolmente limitato i danni.

Una pericolosa deriva

La Formula 1 non è mai stata, e non sarà mai, solo guida, ma anche scontri verbali e lotte politiche. Si può quasi dire che esistano da prima che venisse fondata la Formula 1 stessa. A surriscaldare (come se ce ne fosse bisogno) gli animi ci ha pensato ancora una volta l’olandese della Red Bull dal suo lettino d’ospedale accusando Hamilton e Mercedes di condotta antisportiva per aver attentato alla sua vita e festeggiato la vittoria del Gran Premio nonostante la breve degenza del ventiquattrenne di Hasselt (Verstappen, ndr) in ospedale.

Una "guerra" psicologica e politica che coinvolge, soprattutto, i due Team Principals Toto Wolff (Mercedes) e Christian Horner (Red Bull), i quali non hanno perso occasione di punzecchiarsi anche nel round d’Oltremanica di questo tesissimo campionato mondiale.

Non è (ancora) uno sport per giovani

La vittoria di Lewis Hamilton e le prestazioni convincenti di Fernando Alonso e Kimi Raikkonen a centro gruppo e nelle retrovie certificano che questi vecchi (si fa per dire) leoni hanno ancora molto da dare e da insegnare alle giovani leve in rampa di lancio.

Il triplo sorpasso di Hamilton in curva Copse ai danni di Verstappen prima, e Norris e Leclerc dopo, è semplicemente da antologia e guardare in loop. Memori di quanto accaduto all’olandese della Red Bull, Norris e Leclerc non hanno opposto resistenza al sette volte campione del mondo per poi accontentarsi del quarto e secondo posto, sintomo di una pressione psicologica esercitata dall’inglese della Mercedes che ha messo a tacere le voci che lo davano in presunto declino. Ottimi bottini per la classifica piloti che vedono l’inglese Lando Norris issarsi al terzo posto iridato con 113 punti e il monegasco della Ferrari (quasi scuro in volto al termine della gara) in sesta piazza con 80 punti.

A far compagnia ad Hamilton ci hanno pensato due dei piloti più esperti del circus.

Fernando Alonso, autore di una Sprint Sprint Qualifying Race da incorniciare in cui ha portato a casa una settima posizione (poi mantenuta in gara) dopo aver guadagnato ben sei posizioni allo spegnimento dei semafori ed essersi ingaggiato con entrambe le McLaren. Mentre Kimi Raikkonen è stato ancora una volta reattivo e capace di guadagnare altre quattro posizioni in avvio portando il suo bottino personale a 29 posizioni guadagnate dal round iniziale in Bahrain. Il (quasi) 42enne di Espoo si è, però, dovuto accontentare di una sedicesima posizione in seguito ad un contatto con Sergio Perez, non sanzionato, al quarantaseiesimo giro, il quale ha inoltre soffiato il punto addizionale del giro veloce a Lewis Hamilton.

La primavera di George Russell

Oltre al "vincitore morale" Charles Leclerc, secondo al traguardo con un Ferrari nettamente inferiore (almeno sulla carta) alla Mercedes, il weekend di gara e il pubblico inglese hanno incoronato un altro beniamino destinato a far parlare di sé molto presto: George Russell. Il ventitreenne di King’s Lynn e pilota Williams è stato di gran lunga il più acclamato, insieme a Lewis Hamilton, del weekend di gara britannico. Il pubblico è letteralmente venuto giù dopo la sontuosa pre-qualifica del venerdì, culminata con l’ottava piazza in griglia precedendo nientemeno che Carlos Sainz e il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, e che portato sul 9-0 stagionale il computo delle qualifiche sul compagno di squadra Nicholas Latifi, 25-0 considerando anche la passata stagione.

Per lui le porte sono più che aperte per il passaggio in Mercedes dalla prossima stagione, dove potrebbe sostituire il finlandese Valtteri Bottas, il cui annuncio sembra soltanto questione di tempo. Resta l’unico neo di non aver conquistato alcun punto con la scuderia di Grove. L’ultimo capace di tale impresa fu il polacco Robert Kubica nel 2019 in occasione del Gran Premio di Germania a Hockenheim.