Doveva essere una frazione interlocutoria in attesa delle tappe alpine che iniziano domani, ed invece la settima frazione del Tour de France ha regalato una giornata di grande Ciclismo e di vere e proprie sorprese che cambiano il volto della corsa. Su un percorso di media montagna, la tappa è partita a tutta velocità con una fuga di una trentina di corridori, tra cui Van der Poel, Van Aert e Nibali, da cui è poi fuoriuscito Matej Mohoric che ha conquistato il successo. Tadej Pogacar ha consumato tutta la squadra per gestire la situazione, finché la corsa si è nuovamente infiammata per il crollo di Primoz Roglic sulla salita più dura della giornata.

Il campione sloveno ha perso quasi quattro minuti ed ha concluso la tappa con un atteggiamento di resa completa.

Tour, partenza a 50 all’ora

La settima tappa era la più lunga del Tour de France, con 250 chilometri da percorrere e un profilo altimetrico contrassegnato da cinque salite di 2°, 3° e 4° categoria piazzate nella seconda parte del percorso. Sembrava una giornata interlocutoria, da assegnare ad una fuga di comprimari ed in attesa delle tappe alpine del weekend, invece in avvio si è scatenata la battaglia con diversi big nelle parti calde della corsa. Wout van Aert e la maglia gialla Mathieu Van der Poel hanno iniziato a marcarsi già in queste battute iniziali, ed anche grazie alla loro animosità è riuscita alla fine a sganciarsi una fuga di grande qualità.

A comporla sono stati una trentina di corridori, tra cui anche Vincenzo Nibali, Kasper Asgreen, Jasper Stuyven, Matej Mohoric, Philippe Gilbert, Simon Yates e Soren Kragh Andersen.

La UAE Emirates di Tadej Pogacar è stata costretta ad impegnarsi a fondo per tirare il gruppo, consumando uno dopo l’altro tutti i suoi uomini per non lasciar prendere troppo vantaggio alla fuga e soprattutto a Van Aert, grande incognita in prospettiva classifica finale.

Roglic dice addio alla classifica generale

La fuga ha però marciato a grande andatura, guadagnando anche sette minuti sul gruppo, in cui la Total ha poi dato inaspettatamente una mano agli uomini di Pogacar.

Già sulla prima delle salite in programma sono partiti all’attacco dal gruppo dei fuggitivi Matej Mohoric e Brent Van Moer, una mossa che è sembrata un po’ anticipata ma che alla fine è stata vincente.

Sui due si sono poi riportati Stuyven e Campenaerts, ma nella salita più impegnativa, Signal d’Uchon, Mohoric si è sbarazzato dei compagni d’avventura per involarsi solitario verso il successo. Un mese e mezzo dopo il terribile incidente del Giro d’Italia, lo sloveno ha così concretizzato la sua bella favola.

Tra gli altri fuggitivi la corsa è proseguita un po’ a scatti dopo che Van der Poel e Van Aert hanno esaurito i rispettivi gregari.

Anche Nibali ha provato diverse volte a sganciarsi, ma senza successo, finché sull’ultima salita Van Aert ha piazzato un potente cambio di ritmo a cui ha risposto solo il rivale di sempre, Van Der Poel, che ha così difeso la sua maglia gialla.

I due hanno lavorato in coppia nel finale, andando a riprendere altri fuggitivi che si erano avvantaggiati e chiudendo con un ritardo di 1’40’’.

In gruppo la situazione si è improvvisamente accesa sulla salita di Signal d’Uchon, quando Primoz Roglic, evidentemente acciaccato dalla caduta di qualche giorno fa, è andato in netta crisi. Nessuno dei suoi compagni lo ha atteso, segno di una situazione ormai non recuperabile e di un probabile cambio di gerarchie interne alla Jumbo Visma, ora orientata su Van Aert e sulla possibile sorpresa Vingegaard.

La Ineos ha provato ad approfittare ulteriormente delle difficoltà di Roglic inscenando una bella azione con Carapaz, che ha guadagnato una trentina di secondi per poi essere raggiunto nelle battute finali. Il gruppo di Pogacar e egli altri uomini di classifica è arrivato a 5’15’’, mentre Roglic è arrivato a 9’03’’ senza neanche la forza di combattere per perdere meno tempo possibile.

Dopo questa tappa pirotecnica la classifica vede ancora Van der Poel in maglia gialla con Van Aert, nuovo probabile leader della Jumbo Visma, a 30’’.

Pogacar è a 3’43’’ e da segnalare è la posizione di Carapaz a 5’19’’. Vedremo se qualcuno dovrà poi pentirsi di aver permesso a Van Aert di andare in fuga in questa tappa e di guadagnare tutto questo terreno. Già domani si potranno avere delle prime risposte nella prima tappa alpina che prevede la scalata l Col de Romme e al Col de la Colombiere.