Non sono mancate sorprese, emozioni e brividi nella settima tappa della Vuelta Espana, la prima vera frazione di montagna della corsa. La tappa è stata particolarmente movimentata ed ha proposto attacchi e rimescolamenti fin dalle battute iniziali. A vincere a Balcon de Alicante è stato l’australiano Michael Storer, protagonista con tutta la sua DSM di una corsa tutta in fuga. A segnare la tappa è stata anche la brutta uscita di scena di Alejandro Valverde. Lo spagnolo è caduto a circa 40 km dall’arrivo dopo aver proposto un pericoloso attacco in combinazione con la Ineos, e dopo aver provato a ripartire è stato costretto ad arrendersi.

Vuelta, le lacrime di Valverde

Nella settima tappa la Vuelta Espana ha alzato decisamente l’asticella delle difficoltà, proponendo un tracciato costellato di salite, con quasi 4.000 metri di dislivello e l’arrivo in quota a Balcon de Alicante. La corsa è partita senza Hugh Carthy, terzo un anno fa e ritirato dopo aver palesato delle grandi difficoltà nella tappa di ieri.

Subito dopo il via sono iniziati gli attacchi e già sulla prima salita a Puerto de Llacuna il gruppo si è spezzettato in numerosi tronconi. La situazione si è rimescolata più volte, finchè in testa si sono raggruppati una trentina di corridori.

Tra questi, oltre agli uomini interessati al successo di tappa, si sono inseriti anche alcuni compagni dei favoriti alla vittoria finale, come Sepp Kuss per la Jumbo Visma e Pavel Sivakov per la Ineos, ma anche diversi corridori con due – tre minuti di distacco in classifica, come Haig, Grosschartner e Polanc, che hanno assaporato la possibilità di vestire la maglia rossa.

La corsa ha così intrecciato molti diversi interessi sul piano tattico, e si è ulteriormente accesa sul Puerto de Collao, salita a più di 40 km dall’arrivo. La Movistar ha lanciato un attacco con Alejandro Valverde, che ha trovato la pronta replica della Ineos con Carapaz e Yates. Primoz Roglic è rimasto subito isolato, ma in un tratto in contropendenza Valverde ha subìto un sobbalzo a causa di una sconnessione ed è finito fuori strada.

L’ex iridato ha provato a rialzarsi e ripartire, ma vistosamente ferito e sofferente è stato poi costretto a ritirarsi tra le lacrime.

Roglic ancora in maglia rossa

La caduta di Valverde ha raffreddato gli animi e riportato la calma in gruppo. Primoz Roglic ha visto rientrare alcuni compagni, con cui è tornato a gestire la guida del gruppo. Al comando, intanto, dopo il Puerto de Collao, sono rimasti i soli Lawson Craddock, Pavel Sivakov e Michael Storer, che però hanno trovato una collaborazione un po’ altalenante.

Sull’ultima salita verso Balcon de Alicante, il gruppetto inseguitore ha recuperato terreno, e da dietro sono riusciti a rientrare sulla testa della corsa Andreas Kron e Carlos Verona, che ha provato a più riprese a staccare tutti.

Sulla parte più dura della salita, molto irregolare ma con punte oltre il 15%, Storer è riuscito ad andarsene da solo. Nonostante qualche difficoltà nel finale, l’australiano ha portato a casa il successo di tappa, concretizzando così la strategia della DSM, presente nella fuga iniziale con ben cinque uomini.

Verona ha chiuso al secondo davanti a Sivakov, quindi più attardati Kuss, Haig e Grosschartner, che hanno visto sfumare in extremis la possibilità di vestire la maglia rossa.

Sulla salita finale infatti il gruppo di Roglic ha recuperato molto terreno, spinto dal forcing di Adam Yates che ha costretto alla resa Mikel Landa, staccatosi insieme a Ciccone e Aru. La salita non ha comunque fatto distacchi ampi.

Il gruppo con Roglic, Bernal, Yates, Mas, Lopez e De la Cruz ha guadagnato 13’’ su un Vlasov un po’ altalenante e 20’’ su Landa, Ciccone e Aru, arrivati insieme anche a Carapaz.

La classifica generale della Vuelta Espana vede ancora Primoz Roglic in maglia rossa, ma con diversi corridori presenti oggi in fuga che sono riusciti ad intrufolarsi nei piani alti. Grosschartner è ora secondo davanti a Mas e Lopez. Ciccone è 11° a 1’28’’, Aru è 13° a 1’47’’.