Una confessione forte, cruda quella arrivata da Mattia Frapporti. Il corridore 27enne lombardo lo scorso anno era uno dei ciclisti della Eolo-Kometa, team di Ivan Basso e Alberto Contador. Squadra e corridore erano legati da un contratto annuale, che però ora è terminato e non è stato rinnovato. Così in questo 2022 Frapporti si è trovato senza contratto e da qui la scelta: dire addio al Ciclismo.

'Non ho alcuna intenzione di andare avanti con il ciclismo'

Un rapporto oramai compromesso quello tra il corridore e la bicicletta. In un'intervista rilasciata al sito Spaziociclismo, Mattia ha annunciato di non aver "alcuna intenzione" di proseguire la sua avventura nel mondo del ciclismo professionistico, annunciando di aver già preso "un'altra strada".

Si dice convinto, al punto da affermare di aver preso in mano l'azienda dei genitori e che per questo ha chiuso con il ciclismo: "Non penso di tornare indietro". Mattia ha chiarito che tale decisione è stata un po' "obbligata" a causa del fatto che fosse senza contratto, sottolineando però che nella scelta abbiano influito anche delle "delusioni" provenienti dal ciclismo, prima con il team dell'Androni e poi con quello dell'Eolo.

Il corridore ha ammesso di aver avuto "delusioni e mazzate morali" e di esserne stufo, affermando di aver maturato in questi ultimi tempi un'idea del ciclismo che non gli permette di proseguire nella carriera. Frapporti ha parlato di sport che "non regala niente", dove o si va forte e si ottengono dei risultati o non si riesce ad avere una carriera.

'C'è tanta amarezza, non avrei voluto finire così'

Un risentimento che sembra essere molto forte quello di Frapporti. Il corridore azzurro ha tenuto a sottolineare come si tratti soprattutto di una "delusione a livello umano", in quanto nell'ultimo anno si è "sacrificato" per i compagni che stavano meglio in quel momento. Fatto che, secondo lui, "non è stato apprezzato dalla squadra".

Un problema che riguarderebbe soprattutto le realtà "piccole", dove ciò che conta sono solo i risultati. Una verità "crudele" che non può far altro che provocare in Frapporti una grande amarezza per un finale che non era quello sperato: "Il ciclismo mi ha sempre dato tanto, è la mia vita. Lo faccio da vent’anni, non avrei voluto smettere così".

Amarezza, quella di Frapporti, talmente forte da aver anche "inquinato" la sua passione per la bicicletta: "In questi tre, quattro mesi non ho più guardato la bicicletta". Con un'ammissione, però: qualora dovesse decidere di tornare ad approcciarsi al mondo del ciclismo, la priorità sarà il mondo della mountain bike.