Il tema della sicurezza è sempre al centro del dibattito nel mondo del Ciclismo. Nonostante la stagione agonistica sia appena iniziata, le polemiche sulla pericolosità di alcuni percorsi di gara non sono mancate, e neanche incidenti in corsa e in allenamento. L'ambiente è ancora scosso da quanto accaduto ad Egan Bernal, caduto rovinosamente mentre si allenava sulla bicicletta da cronometro, e parallelamente si è innescata anche un'accesa discussione per l'inserimento di un tratto di sterrato in una tappa della Volta Valenciana.

La convivenza con i continui pericoli, sia in corsa che in allenamento, ha portato a prese di posizione estreme, come quella proposta da Chris Froome, che ha chiesto di bandire dal ciclismo professionistico le biciclette da cronometro.

Froome: 'Bici da crono pericolose sulle strade aperte al traffico'

L'incidente ad Egan Bernal, che si è procurato una ventina di fratture impattando violentemente contro un autobus fermo, ha destato una profonda impressione nel mondo del ciclismo. Il campione colombiano si stava allenando sulla bici da cronometro in una strada ad alto traffico, vicino alla sua città natale, Zipaquirà. Proprio la speciale bici usata nelle prove contro il tempo è stata ritenuta da alcuni una delle cause dell'incidente. Tom Pidcock è stato il primo a parlare della pericolosità delle bici da crono, e ora anche Chris Froome si è espresso sulla stessa lunghezza d'onda.

Lo stesso Froome ha avuto sulla bici da crono l'incidente che lo ha segnato pesantemente nel giugno 2019 ed ora, in un video pubblicato su Youtube, ne ha chiesto chiaramente la messa al bando.

Secondo il quattro volte vincitore del Tour de France è infatti impossibile allenarsi in sicurezza con queste bici speciali.

"Io adoro le prove a cronometro, sono una vera arte", ha dichiarato Chris Froome. "Ma queste bici non sono pensate per essere usate sule strade nel modo in cui dobbiamo fare per essere pronti alle prove a cronometro.

Se al Tour de France c'è una tappa a cronometro di un'ora devi fare una simulazione in allenamento. Ma dove trovi una strada dove puoi pedalare per un'ora senza traffico, semafori e stop? Sono condizioni che non esistono nel mondo reale. Una cosa è quando si corre su strade chiuse, ed anche in questo caso si possono avere incidenti terribili, ma è completamente diverso quando sei su una strada aperta al traffico e con le persone che attraversano", ha commentato Froome.

'Più uniformità con le bici normali'

Secondo Chris Froome la soluzione sarebbe molto semplice: vietare le bici da cronometro e correre le prove contro il tempo con quelle che si usano in tutte le corse in linea. Oltre ala sicurezza, il campione britannico ha riflettuto anche sull'equilibrio che si creerebbe tra squadre più forti e più deboli con questa scelta. "Sarebbe più uniforme fare le corse a cronometro sulle biciclette da strada. Ci sarebbero condizioni di parità, evidenziando l'abilità dei singoli corridori invece della ricerca sull'aerodinamica, dello sviluppo nella galleria del vento e dei finanziamenti che sono dietro a progetti come questi", ha commentato Froome, che curiosamente è stato uno dei campioni più attenti all'ottimizzazione delle prestazioni, anche grazie agli ingenti budget della Sky.

Chris Froome ha affrontato anche l'altro punto di discussione sul tema della sicurezza nel ciclismo, l'inserimento delle strade sterrate, tanto criticate da Remco Evenepoel e Matteo Trentin alla Volta Valenciana. Il campione britannico ha ammesso che sterrati e pavè hanno un fascino speciale, ma che nei grandi giri rischiano di mettere fuori causa i pretendenti alla vittoria finale, poco avvezzi a questi terreni, mortificando così lo spettacolo. "Rendono emozionante la corsa, ma sono anche un grosso rischio. Prepararsi per poter vincere un grande giro richiede mesi di dedizione, entri in un tratto di pavè o di sterrato, basta un tocco di ruote e la tua corsa è finita", ha riflettuto Froome.