Il passaggio di George Bennett dalla Jumbo-Visma alla UAE Emirates è stato uno dei movimenti più interessanti dell'ultima sessione di mercato del Ciclismo professionistico. Il corridore neozelandese non è un vincente, ma si è ritagliato un ruolo da gregario di lusso per i campioni dei grandi giri. Grazie alle sue spiccate doti di scalatore, Bennett è diventato uno dei migliori uomini d'appoggio per le tappe di alta montagna e per questo è stato molto ricercato dalle squadre che puntano a vincere il Giro e il Tour. Dopo una lunga militanza alla Jumbo-Visma, il 31enne neozelandese è stato individuato dalla UAE Emirates come un rinforzo ideale per aiutare Tadej Pogačar.
Bennett ha così cambiato capitano, lasciando Primož Roglič per passare al servizio del numero uno del ciclismo mondiale.
George Bennett, la nuova preparazione con la UAE
Nel suo approccio alla UAE Emirates, George Bennett ha trovato anche un nuovo modo di concepire l'allenamento e la preparazione invernale. In un'intervista concessa a Rouleur, il corridore neozelandese ha raccontato come la Jumbo-Visma seguisse un sistema di allenamento pressoché standard per tutto il suo gruppo, basato sulle esigenze dei leader Primož Roglič e Wout Van Aert.
"Alla fine del mio periodo alla Jumbo-Visma facevamo molti interval training, due minuti ad alta intensità e due minuti di calma. Era un approccio generale, andava bene per Primož e Wout e quindi andava bene anche per tutti gli altri" ha raccontato George Bennett.
"Alla UAE, per il momento, il lavoro viene svolto in maniera più specifica" ha aggiunto il 31enne neozelandese, che ora è seguito dal preparatore John Wakefield.
Bennett ha spiegato che nella sua vecchia squadra veniva data un'importanza primaria al VO2Max, un parametro che misura la massima quantità di ossigeno che un atleta può consumare durante una contrazione muscolare.
L'ex corridore della Jumbo non condivideva questa impostazione e alla UAE Emirates ha trovato un approccio più in linea con le sue idee. "Il VO2Max è sopravvalutato. C'è una differenza enorme tra questo parametro e le prestazioni ciclistiche. Non importa quale sia il tuo VO2Max, quello che conta è la condizione in cui arrivi all'ultima salita.
Alla UAE stanno guardando davvero in profondità i miei numeri, possono vedere dove vado in sofferenza scavando nei miei file degli allenamenti" ha raccontato Bennett.
'Allenarsi ad alta intensità ha un senso'
Questo approccio alle metodologie di preparazione della UAE Emirates si traduce anche in una diversa quantità e qualità del lavoro da far svolgere ai corridori in bicicletta. Bennett ha raccontato che, rispetto a quando correva nella Jumbo-Visma, ha quasi dimezzato la quantità di ore in bici, ma che ha introdotto il lavoro in palestra. "Finora ci sono due grandi differenze: meno ore e maggiore intensità. In questo periodo, negli anni scorsi, facevo delle settimane con 30 ore in bici. Ora non ci sono neanche vicino.
La scorsa settimana ho fatto solo 17 ore, quella precedente 20" ha raccontato il corridore della UAE, spiegando che questo approccio è dovuto anche al modo più aggressivo di correre che ha preso il sopravvento negli ultimi anni.
"Allenarsi ad alta intensità ha un senso, le corse sono cambiate. Sembra che la potenza media aumenti a ogni stagione, questo perché ci sono corridori che attaccano a sessanta chilometri dall'arrivo e alla fine tutti arrivano al traguardo sulle ginocchia" ha analizzato George Bennett, che per la prima volta in carriera si sta dedicando anche alla preparazione in palestra. "Sono passato da zero palestra a due/tre sessioni a settimana. All'inizio della preparazione ci andavo tutti i giorni, ora un paio di volte a settimana, anche se diminuirò avvicinandomi alla prima corsa dell'anno, lo UAE Tour" ha concluso Bennett.