Il tema della sicurezza durante le corse è sempre particolarmente caldo nel mondo del Ciclismo professionistico. Tra i punti più critici che mettono in pericolo l’incolumità dei corridori c’è senz’altro la presenza dei mezzi motorizzati al seguito della corsa. Negli ultimi anni sono stati tanti gli incidenti provocati da auto e moto, spesso anche con conseguenze tragiche, come avvenne alla Gand Wevelgem del 2016 con la morte di Antoine Demoitiè. La pericolosità dei mezzi del seguito è stata rimessa in primo piano da un episodio avvenuto durante lo Scheldeprijs, fortunatamente senza nessuna conseguenza: durante lo Scheldeprijs, classica belga che si è corsa mercoledì 6 aprile, il corridore Gerben Thyssen, del team Intermarchè Wanty Gobert, ha rischiato di essere investito da una delle moto addette alle riprese televisive.

Rischio per Thyssen

Il ciclista belga Thyssen si trovava nel gruppo di testa, selezionato già nelle fasi iniziali della corsa a causa del forte vento. Il corridore era in ultima posizione del gruppetto e stava pedalando sul ciglio della strada quando è finito per terra, probabilmente per essere sceso inavvertitamente dalla carreggiata alla banchina non asfaltata.

La moto della tv seguiva il corridore a ruota ed è riuscita a malapena ad evitare di investirlo. Thyssen è stato poi costretto al ritiro, mentre la corsa si è conclusa con il successo del norvegese Alexander Kristoff. Il pericoloso episodio avvenuto nelle fasi iniziali della corsa è passato un po’ inosservato, ma un compagno di squadra di Thyssen, l’altro belga Kevin Van Melsen, l’ha rilanciato sui suoi spazi social chiedendo delle risposte concrete alle autorità del ciclismo professionistico per regolamentare il posizionamento dei mezzo del seguito.

Il 35enne della Intermarchè ha pubblicato su Twitter il video della caduta di Thyssen, ha taggato gli organi competenti, dall’Associazione dei corridori all’Uci e l’organizzazione della corsa, chiedendosi “Perché le moto e le macchine stanno così vicine ai corridori? È tempo di agire”.

Il CPA: ‘Serve una distanza minima di sicurezza’

La richiesta di Van Melsen ha trovato un appoggio nel CPA, l’Associazione dei corridori professionisti.

“Hai ragione Kevin, questo è l’ennesimo esempio di quanto sia urgente introdurre nel regolamento una distanza minima di sicurezza tra i veicoli e i corridori” ha risposto il CPA seguendo il tweet di Van Melsen.

Il belga della Intermarchè ha poi specificato che “con le telecamere attuali penso che non sia necessario stare a ruota dei corridori. Se cadi davanti alla moto e non di lato, non c’è nessuna scappatoia per evitarlo”.