Il giorno dopo la Liegi - Bastogne - Liegi le emozioni del mondo del Ciclismo sono divise tra l'esaltante volo solitario di Remco Evenepoel e i brividi del rovinoso incidente accaduto a circa sessanta chilometri dall'arrivo. La caduta è avvenuta in un tratto velocissimo, in discesa, poco prima di affrontare la salita del Col du Rosier. Un corridore è finito con le ruote fuori dalla carreggiata e ha perso il controllo della sua bicicletta, provocando una caduta di massa. L'incidente è avvenuto nella parte avanzata del gruppo e per questo ha coinvolto tantissimi corridori, alcuni dei quali sono volati fuori strada.

Tra gli altri anche Julian Alaphilippe è finito in questo terribile groviglio, volando in un fosso tra pietre e tronchi di alberi. Il campione del mondo è stato il più malconcio tra i corridori caduti, riportando la frattura della scapola, di due costole e uno pneumotorace.

Pidcock: 'Ha rischiato la vita per guadagnare delle posizioni'

Tra le immagini da brividi della caduta e i bollettini medici dei corridori infortunati, montano soprattutto le polemiche per le dinamiche dell'incidente. Alcuni corridori hanno accusato il comportamento pericoloso e sprezzante con cui molti affrontano le corse, rischiando di provocare delle cadute rovinose come questa.

Il britannico Tom Pidcock ha vissuto da vicino l'incidente della Liegi.

Il corridore della Ineos ha incolpato senza mezzi termini un collega della Total per quanto accaduto. "Un corridore della TotalEnergies ha corso dei rischi da irresponsabile in discesa per guadagnare delle posizioni. Ha rischiato la propria vita e quella degli altri, è inaccettabile" ha accusato Pidcock, che si trovava dietro a questo corridore al momento dell'incidente.

Cabot: 'Non sono una testa calda'

Il Total accusato da Pidcock è stato poi identificato in Jérémy Cabot, trentenne francese senza nessuna vittoria in carriera.

Su Cabot sono poi piovute diverse critiche e accuse da parte di altri corridori, finché lo stesso francese della Total ha dato la sua versione dei fatti. Cabot, che nella caduta ha riportato la frattura di una clavicola, ha confermato di essere stato il primo a cadere, ma ha addossato la responsabilità a un altro corridore.

"Oltre alle ferite fisiche leggo dei commenti a dir poco sgradevoli e sbagliati. Sono stato il primo a cadere, è vero. Un corridore proveniente da dietro ha forzato il sorpasso mentre io ero all'estrema destra della strada. Non c'era spazio per passare in due, ho colpito la ruota di chi mi era davanti e poi in un attimo è stato il caos" si è difeso Cabot, che ha voluto difendere il suo comportamento in mezzo al gruppo.

"I miei cari e la mia squadra sanno che evito i pericoli, che non sono una testa calda e non aspetto l'ultimo momento per frenare. Sono diventato ancora più attento negli ultimi due anni, da quando sono diventato papà. Ho sempre rispettato i miei colleghi" ha dichiarato Cabot, mandando anche un augurio a tutti gli altri corridori infortunati nella caduta.