Anche se da tempo non ricopre più incarichi ufficiali, Paolo Bettini resta uno degli osservatori più attenti del mondo del Ciclismo. In un'intervista concessa a Cyclinside, il due volte Campione del Mondo ha affrontato tanti temi sull'attualità delle corse, ma anche del mondo della bicicletta in generale. L'ex corridore toscano ha esternato il suo apprezzamento per Mathieu Van der Poel e Julian Alaphilippe e il loro modo istintivo di interpretare il ciclismo, un po' alla sua maniera, sempre all'attacco e con pochi calcoli. Bettini ha invece criticato l'utilizzo eccessivo di strumenti tecnologici, dati e numeri, ritenendoli tra le cause dell'immobilismo che in certe occasioni domina le corse e inibisce lo spettacolo.

Su questo tema, che è tornato frequentemente anche durante l'ultimo Giro d'Italia, l'olimpionico di Atene 2004 ritiene che a portare a degli spettacoli monotoni durante i grandi giri siano anche i percorsi scelti. Bettini ha osservato come spesso le tappe di alta montagna, con lunghe salite in successione, non offrano grande spettacolo ed azione. Al contrario, quelle disegnate su percorsi collinari e tecnici, sulla falsariga delle classiche, sono garanzia di attacchi ed emozioni, come si è visto al Giro nella tappa di Torino, ed ha invitato gli organizzatori a muoversi in tal senso.

Bettini ha poi parlato di diversi aspetti tecnici legati alla bicicletta. Sull'introduzione dei freni a disco, che hanno fatto irruzione nel mondo del ciclismo professionistico dopo il suo ritiro, l'ex iridato ha parlato come di un cambiamento che in realtà non ha rivoluzionato le corse: "Siamo sempre scesi fortissimo, poi ho scoperto che si riusciva a frenare anche con i freni a disco", ha dichiarato Bettini, che anche nella scelta delle gomme è fedele alla tradizione.

"Tra tubeless e tubolari scelgo tutta la vita i tubolari" ha spiegato l'olimpionico.

'Il peso minimo è arcaico'

Uno dei passaggi più interessanti dell'intervista di Paolo Bettini a Cyclinside è relativa al peso delle biciclette da corsa. Da molti anni l'Uci ha fissato un limite minimo di 6,8 chilogrammi. In tutte le corse professionistiche i corridori devono gareggiare con bici che non scendano al di sotto di questo peso.

Bettini ritiene che questo regolamento sia ormai obsoleto e che l'Uci debba intervenire per lasciare che siano i corridori a scegliere con quali bici correre, a seconda delle gare e dei percorsi da affrontare. "Il peso minimo è arcaico, vecchio, l'Uci è impantanata nella storia e non riesce a sbloccarsi" ha criticato Paolo Bettini, proponendo che le bici debbano superare delle normative di sicurezza, con qualsiasi peso, e facendo un parallelo che mette in evidenza l'assurdità di questa regola. "I cicloamatori vanno tutti in giro sotto i 6,8 chilogrammi" ha raccontato l'ex campione.