Comincia con un colpo a sorpresa il Tour de France che è scattato oggi con la cronometro di Copenhagen. In una giornata condizionata da un meteo ballerino e da alcuni scrosci di pioggia, Yves Lampaert è riuscito a mettersi alle spalle tutti i favoriti della vigilia, a partire da Wout van Aert, ancora secondo come in tanti altri appuntamenti della sua carriera. Filippo Ganna è stato protagonista sfortunato della corsa: il campione del mondo è stato condizionato da una foratura che lo ha rallentato nella parte finale, ed ha concluso al quarto posto.
Tra gli uomini di classifica Tadej Pogacar ha sfoderato la solita prova disarmante per facilità e sicurezza, finendo terzo.
🇧🇪 Usurped by another Belgian! @yveslampaert sets the new best time!
🇧🇪 Un Belge peut en cacher un autre ! Nouveau meilleur temps pour Yves Lampaert !#TDF2022 pic.twitter.com/iJwfVdD7xQ
— Tour de France™ (@LeTour) July 1, 2022
Il Tour parte sotto la pioggia
Per questa tappa d’apertura il Tour de France ha regalato una giornata intensa e di spettacolo, anche se a vincere non è stato uno dei corridori più attesi. Le condizioni meteo hanno inciso in modo significativo sulla corsa, fin dalla stesura dell’ordine di partenza. Le squadre hanno inserito nella parte iniziale della starting list tutti i propri leader per il timore dell’arrivo della pioggia e del vento nel tardo pomeriggio.
Invece, un primo scroscio è arrivato già prima dell’avvio della corsa, e poi un altro ha bagnato il percorso proprio durante la discesa in campo dei corridori più forti. La strada bagnata ha reso i 13 chilometri del tracciato di Copenhagen molto più difficili e insidiosi. Ogni curva, in totale una quindicina, si è trasformata in una trappola, e diversi corridori, tra cui Laporte e Bissegger, sono finiti a terra.
Prima maglia gialla a Lampaert
L’abilità nella guida si è così rivelata un fattore molto importante, e a beneficiarne è stato Mathieu Van der Poel, che ha corso tra i primi e ha disegnato delle traiettorie aggressive ma pulite per segnare il miglior tempo. Il campione olandese ha resistito fino all’arrivo di Filippo Ganna. Il campione del mondo partiva con i favori del pronostico e, nonostante qualche incertezza in alcune curve, è riuscito ad abbassare il tempo di Van der Poel di tre secondi.
Dopo la corsa si è però scoperto che Ganna ha subito una leggera foratura nel finale ed ha concluso la sua crono con la gomma non più perfettamente gonfia.
Wout van Aert ha però sfoderato una grande prestazione, limando ancora cinque secondi dal tempo fissato da Ganna e resistendo all’assalto di un impeccabile Tadej Pogacar. Il fuoriclasse sloveno ha pedalato in sicurezza, senza prendere nessun rischio nelle curve, ma è andato ugualmente fortissimo, fermandosi a due secondi da van Aert.
A questo punto, con tutti i favoriti già al traguardo, il campione belga è sembrato ormai sicuro della maglia gialla, ma un miglioramento delle condizioni meteo, che hanno concesso una pausa nelle precipitazioni, hanno scompaginato la corsa.
Ad approfittarne è stato Yves Lampaert, ottimo specialista ma non certo tra i principali favoriti della vigilia. Senza pioggia e con la strada un po’ più asciutta, Lampaert è transitato in linea con i migliori all’intertempo e ha poi guadagnato terreno nell’ultima parte, caratterizzata anche da un passaggio tortuoso su un ponte. Il belga della Quickstpe ha così preso il comando tra lo stupore e il disappunto di van Aert, battuto per cinque secondi.
The first Yellow Jersey of the 2022 Tour de France is for YVES LAMPAERT from Belgium! #TDF2022 pic.twitter.com/OUkFoj50pb
— SquawkGaming 🇺🇦 (@SquawkGamingYT) July 1, 2022
Tra gli uomini che puntano alla classifica generale di questo Tour de France, Tadej Pogacar si è imposto subito come punto di riferimento.
La coppia della Jumbo Visma composta da Roglic e Vingegaard ha però risposto con una prova molto convincente, entrambi a 8’’ dal campione sloveno.
Tra gli Ineos il migliore è stato un ottimo Adam Yates, a 16’’ da Pogacar, ma anche Geraint Thomas è stato protagonista di una buona prova, perdendo 18’’. Vlasov ha pagato 24’’, sempre rispetto a Pogacar, mentre Caruso ne ha lasciati 48'', un po' più del previsto.