Il Ciclismo belga si prepara a rompere un vuoto che dura da oltre quarant'anni. Remco Evenepoel è ormai a pochi passi dalla vittoria della Vuelta Espana, risultato che lo farebbe diventare il primo corridore del Belgio a vincere un grande giro dai tempi di Johan De Muynck. Il vecchio campione, oggi 74enne, conquistò il successo al Giro d'Italia del 1978. Era il ciclismo della nascente rivalità tra Francesco Moser e Giuseppe Saronni, di altri grandi campioni come Baronchelli e Visentini. Da allora, ben 44 anni, il ciclismo belga ha conquistato Mondiali e classiche a ripetizione, ma mai più una grande corsa a tappe.

Il tabù si sta per rompere in questa Vuelta Espana grazie a Remco Evenepoel, che l'8 settembre ha rinsaldato ancora la sua maglia rossa vincendo l'arrivo in salita a Alto del Piornal ed appare ormai inattaccabile.

De Muynck: 'Il campo dei partecipanti non è più così forte'

In Belgio, un paese in cui il ciclismo è religione, l'attesa per la conclusione della Vuelta e l'incoronazione di Evenepoel è crescente. Il giornale Het Laatste Nieuws ha intervistato Johan De Muynck per commentare questo passaggio di consegne che riporterà un belga a vincere un grande giro dopo questo infinito vuoto. L'ex campione non è stato particolarmente prodigo di elogi per il suo successore. De Muynck ha un po' sminuito la portata della vittoria che sta maturando alla Vuelta per Evenepoel, criticando anche il suo modo di correre, tutto incentrato sui numeri e sui dati del misuratore di potenza.

"Non vedo cosa gli possa succedere ormai, ora che Primož Roglič è stato costretto a ritirarsi. Il campo dei partecipanti non è più così forte. Sivakov e Yates sono andati a casa per il Covid. Non sto dicendo che avrebbero battuto Evenepoel, ma la corsa sarebbe stata diversa. Remco ora è a suo agio, Mas ha già il Tour de France nelle gambe, e quei giovani, Ayuso e Rodriguez, non possono minacciarlo" ha commentato De Muynck.

Ciclismo, 'Remco è un calciatore in bici'

L'ex campione ha tracciato un ritratto in chiaroscuro di Evenepoel, sottolineando il suo talento, ma mostrando molto scetticismo sulle sue possibilità di competere con Pogacar e Vingegaard al Tour de France. "Ha solo 22 anni e vincere un grande giro così presto vuol dire avere un grande potenziale.

Però Pogacar, Vingegaard e Bernal, prima del suo incidente, hanno qualcosa che Remco non ha, lo scatto, l'esplosività. Lui guarda il computer, i wattaggi, ecco cosa gli piace. Anche i tecnici che ha intorno sono pazzi per i dati della potenza. Ma non vincerai un Tour de France in questo modo. I grandi campioni attaccano in salita, Remco lo fa raramente" ha commentato De Muynck, che non apprezza neanche l'atteggiamento del suo giovane connazionale.

Secondo l'ex campione, Evenepoel ha la mentalità e i modi di fare del giocatore di calcio, lo sport che ha praticato prima di arrivare al ciclismo già nella categoria juniores. "Resta soprattutto un calciatore in bicicletta. Cosa fa un calciatore: incolpa l'arbitro, si lamenta.

Quando cade non dice di aver sbagliato. A San Sebastian ha sbalordito il pubblico, ma l'applauso lo devi ricevere, non lo devi chiedere. Non riesce a perdere quei modi di fare del calciatore" ha criticato Johan De Muynck.