Anche a distanza di tanti anni dalle sue imprese e dalla tragica fine, Marco Pantani continua a far discutere nel mondo del Ciclismo. Intervenendo a un evento ad Asolo, il Festival del Viaggiatore, l'ex campione Francesco Moser ha parlato di tanti temi d'attualità e di storia del ciclismo, soffermandosi a lungo sul doping e sulla vicenda del Pirata. Moser ritiene che Pantani e la sua squadra non abbiano reagito nel modo giusto all'esclusione dal Giro d'Italia del 1999, quando al campione romagnolo fu riscontrato un livello di ematocrito superiore al lecito.
Ciclismo, l'esclusione a Madonna di Campiglio
I fatti di Madonna di Campiglio, e tutto quello che ne seguì, continuano ad essere una delle vicende più chiacchierate della storia del ciclismo. Al penultimo giorno del Giro d'Italia '99, Marco Pantani fu escluso da una corsa che aveva dominato e che si apprestava a vincere per la seconda volta consecutiva dopo aver entusiasmato con una serie di imprese straordinarie. Al via della penultima tappa, a Madonna di Campiglio, lo scalatore romagnolo fu trovato con un tasso di ematocrito superiore al 50%, limite fissato per cercare di arginare l'uso di Epo, non rintracciabile nei controlli dell'epoca.
Pantani fu escluso dal Giro e sospeso per 15 giorni, ma non squalificato, perché il livello alto di ematocrito non equivaleva ad una positività al doping.
Il campione romagnolo non si risollevò più del tutto da quella vicenda, che si trascinò per anni nelle aule dei tribunali e sulla stampa.
Secondo Francesco Moser, Pantani e il suo entourage avrebbero dovuto voltare rapidamente pagina dopo i fatti di Campiglio. "Pantani fu escluso dal Giro d'Italia, lo avrebbe vinto perché mancava una tappa e lì cominciò la querelle.
Lui disse di non aver preso niente e la squadra lo sosteneva. Non dovevano più pensare di essere stati imbrogliati. L'unico modo che aveva per riscattarsi era correre e vincere" ha dichiarato Francesco Moser.
Francesco Moser: 'Il doping nello sport è sempre esistito'
L'ex campione trentino ha portato ad esempio quanto accaduto trent'anni prima a Eddy Merckx, che fu escluso dal Giro d'Italia '69 per un caso di doping, ma rientrò già qualche settimana dopo al Tour de France.
"Merckx è andato al Tour, ha vinto ed è finito tutto. Invece Pantani è stato tutto quel tempo a dire che non era vero, che era stato fregato. Lui doveva pensare a correre, non ad altre cose", ha commentato Moser.
L'ex Campione del Mondo ha parlato anche più in generale del tema del doping nel ciclismo e nello sport in genere. Secondo Moser il ciclismo è stato lo sport che ha condotto la battaglia al doping più seriamente. Paradossalmente, questo ha portato alla scoperta di numerosi casi e finito per danneggiare l'immagine del ciclismo e dei corridori. "Il doping nello sport è sempre esistito, prima che ci fossero i controlli. Poi sono arrivati i controlli", ha dichiarato Moser, sottolineando le differenze in cui è stata gestita la situazione nei vari sport. "Ogni federazione ha seguito i propri criteri, il ciclismo ha fatto la corsa a danneggiarsi. Le regole sono state applicate in modo diverso in ogni sport" ha denunciato Francesco Moser.