Continua anche all'Amstel Gold Race la mostruosa stagione di Tadej Pogačar. Ad un paio di settimane dal trionfale Giro delle Fiandre, il fuoriclasse sloveno è tornato in azione e ha regalato un'ennesima giornata di grande Ciclismo.

Il leader della UAE si presentava al via della corsa olandese come grande favorito, viste anche le assenze di Van Aert, Van der Poel ed Evenepoel. Con una strategia molto attenta e aggressiva, Pogačar ha eluso chi pensava di poterlo isolare, accerchiare ed anticipare.

Lo sloveno si è inserito in una fuga partita nelle fasi centrali ed è riuscito a trasformare la sfida in un testa a testa tra i più forti, in cui ha avuto facilmente ragione degli avversari.

Pogačar ha sfruttato la parte più difficile del percorso, quella con le salite di Eyserbosweg e Keutenberg, per andarsene tutto solo e conquistare un ennesimo trionfo alla maniera dei campioni veri.

Amstel, Fedeli nella fuga iniziale

L'Amstel Gold Race, la più importante corsa del ciclismo olandese, ha aperto il trittico delle Ardenne in una giornata grigia e umida. Nelle fasi iniziali sono partiti all'attacco sette corridori: Alessandro Fedeli, Leon Heinschke, Tobias Ludvigsson, Mathias Vacek, Martin Urianstad, Ward Vanhoof e Matteo Vercher.

La gara è entrata nel vivo già ad un centinaio di chilometri dall'arrivo, quando la fuga iniziale è stata annullata, e da una fase molto combattuta è scaturita una nuova azione con la presenza di diversi big. Davanti si è formato un gruppetto di una quindicina di uomini con anche Tadej Pogačar, Tom Pidcock, Alexej Lutsenko, Ben Healy, Andreas Kron, Gianni Veermersch.

Già sul primo passaggio del Cauberg, salita simbolo della corsa, Pogačar ha dato un'accelerata per selezionare il gruppo dei battistrada. La Jumbo ha provato a dare il là all'inseguimento, trovando poi la collaborazione di Bahrain e Trek. Una maxi-caduta in cui sono rimasti coinvolti anche Powless e Godon ha però scompaginato l'organizzazione del gruppo, rimasto ridotto ad una trentina di unità.

Dimostrazione di forza di Pogacar

L'equilibrio della corsa è così andato tutto a vantaggio di Pogačar e compagnia, e il fuoriclasse sloveno ha approfittato di questa parte di percorso, con le salite più impegnative, per disperdere gli avversari.

Lo sloveno ha dato un colpo ben assestato sull'Eyserbosweg, ad una quarantina di chilometri dall'arrivo, e solo Tom Pidcock è riuscito a fatica a reggere il violento cambio di ritmo del campione della UAE. Anche Ben Healy è riuscito a rientrare, ma sul successivo muro di Keutenberg, a 28 dall'arrivo, Pogačar ha piazzato l'ennesimo attacco dirompente e ha costretto a cedere sia Healy che Pidcock.

Il vincitore del Fiandre se ne è così andato tutto solo, ampliando sempre di più il vantaggio su tutti gli altri, ormai sparpagliati a giocarsi i piazzamenti più che ad inseguirlo.

Il finale è stato una vera passerella per il numero uno del ciclismo mondiale che ha colto l'undicesimo successo di questa stagione che è già da consegnare alla storia.

Pidcock, atteso come il secondo favorito della corsa, ha invece sofferto molto negli ultimi chilometri, soccombendo ad un attacco di Healy, corridore in grande crescita nelle ultime settimane. L'irlandese è così andato a prendersi la seconda piazza, mentre Pidcock ha difeso a stento il terzo gradino del podio dal ritorno di Kron e Lutsenko, quarto e quinti.

Il gruppo inseguitore, ad oltre tre minuti di distacco, è stato regolato da Andrea Bagioli, buon sesto e primo degli italiani.