La tappa di ieri del Tour de France, quella che ha portato i corridori all'arrivo di Courchevel dopo aver scalato il col de la Loze, ha messo al tappeto Tadej Pogacar. Dopo aver già sofferto nella crono di 24 ore prima, il fuoriclasse sloveno è andato incontro ad una pesante crisi sulla Loze, ed è arrivato al traguardo con oltre sei minuti di ritardo da Jonas Vingegaard, ormai padrone del Tour e della maglia gialla.
Al termine della corsa, il Team manager della Uae Emirates, Mauro Gianetti, ha raccontato che non si è trattato di una crisi improvvisa.
Pogacar aveva iniziato a non stare bene già nelle fasi centrali della corsa, e fin dall'inizio aveva dato dei segnali negativi. Sulla prima salita della tappa, il Col des Saisies, il due volte vincitore del Tour de France era caduto dopo un contatto con un altro corridore. "Quella caduta non ha influito sulla prestazione di Tadej, ma è un segno che non sei più completamente concentrato. E' un segno di stanchezza", ha spiegato Gianetti.
Gianetti: 'Non è malato, ma solo stanco'
Il Team manager della Uae Emirates ha dichiarato che il suo campione "non è malato, ma solo stanco. Penso che Tadej possa essere orgoglioso del fatto che, con la sua condizione attuale, sia secondo al Tour". Secondo Gianetti la causa principale di questo crollo di prestazioni è l'infortunio subìto dal corridore alla Liegi Bastogne Liegi di aprile.
Pogacar cadde nelle fasi iniziali della classica belga, procurandosi una frattura allo scafoide. "Dobbiamo affrontare la realtà. Non è stato in grado di allenarsi per cinque settimane dopo il suo incidente a Liegi. È tornato in bici solo tre settimane e mezzo prima del Tour de France” ha raccontato Mauro Gianetti. L'inizio del Tour, con un Pogacar brillante e scattante, aveva portato grande euforia in casa Uae, ma l'ultima parte di corsa ha ribaltato questa situazione.
'La sua base era troppo stretta'
“Dopo le tappe nei Paesi Baschi, abbiamo pensato: wow, è possibile" ha dichiarato Gianetti. "Del resto stiamo parlando di Tadej, ma era chiaro fin dall'inizio che non c'erano garanzie che migliorasse in questo Tour. Non allenarsi per una settimana per un ciclista professionista è già tanto, figuriamoci cinque settimane.
Non stiamo parlando di una corsa di un giorno, ma del Tour de France. Devi fare tanto lavoro e chilometri di allenamento per essere pronto per il Tour. La sua base era troppo stretta", ha afferma,to il manager svizzero.
Mauro Gianetti ha risposto anche ad una domanda sulla programmazione scelta da Pogacar per questa stagione. Secondo alcuni osservatori del mondo del ciclismo, il campione sloveno si sarebbe logorato con una primavera di classiche particolarmente intensa ed impegnativa, mentre Vingegaard si è concentrato unicamente sull'avvicinamento al Tour de France. "Quando Tadej ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi e ha attaccato sul Poggio e sull'Oude Kwaremont, tutti hanno detto: wow, è il miglior corridore del mondo! E ora deve concentrarsi completamente sul Tour… Questo è Tadej Pogacar. La sua base era troppo ristretta quest'anno" ha risposto Gianetti.