In un'intervista rilasciata al sito specializzato Cyclingnews, il due volte vincitore del Tour de France Jonas Vingegaard ha rivelato spontaneamente di aver saltato un controllo antidoping a sorpresa. Come tutti i corridori del ciclismo professionistico, il campione danese è sottoposto al sistema Whereabouts, che permette la localizzazione da parti degli ispettori addetti ai controlli. Vingegaard ha però ammesso di non aver risposto a una chiamata arrivata sul suo cellulare e di aver così saltato il controllo.

Ciclismo, l'errore di Vingegaard

Il sistema Whereabouts gestisce la localizzazione dei corridori nell'ambito dei controlli antidoping a sorpresa.

Ogni professionista deve registrare tutti i propri spostamenti su questa piattaforma per essere sempre rintracciato e raggiungibile dagli ispettori che effettuano i controlli. Quando un corridore salta tre controlli, anche per un errore di compilazione o una dimenticanza, viene squalificato come se fosse risultato positivo.

Jonas Vingegaard ha raccontato che non si è sottoposto a un controllo a sorpresa per un errore molto banale. "Avevo lasciato il cellulare in cucina e la suoneria non funzionava. Hanno provato a chiamarmi e ovviamente non potevo rispondere. Sono venuti ​​due giorni dopo", ha dichiarato il campione danese.

"Non è una bella cosa saltare un controllo, ma ci penso per assicurarmi che non accada di nuovo", ha continuato Vingegaard, che accetta questa sorta di libertà vigilata come parte del suo mestiere.

"Non penso che sia così complicato, bisogna sempre ricordarselo. È una seccatura, ma quando sono a casa non è così difficile", ha dichiarato il vincitore del Tour de France.

Vingegaard: 'Non prendo niente'

Jonas Vingegaard ha parlato anche di altri temi inerenti il doping nel Ciclismo, a partire dalla positività ad un diuretico del suo giovane compagno di squadra tedesco Michael Hessmann.

Vingegaard ritiene che il problema sia stato dovuto ad un'assunzione involontaria. "Non so come sia entrato nel suo corpo, ma la paura di ogni corridore è quella di risultare positivi attraverso il cibo, qualcosa che mangi. Questo fa scattare la positività senza che la tua intenzione fosse quella di imbrogliare, anche se la sostanza è comunque entrata nel tuo corpo", ha commentato il campione danese.

Vingegaard ha chiuso la sua intervista dicendosi convinto che oggi il ciclismo è più pulito che mai e che il passato oscuro legato al doping è ormai un ricordo lontano. "Non vogliamo nascondere niente, ma visto che è accaduto, penso che si debba parlare del passato. E' un modo per evitare che accade in futuro. Io non prendo niente, e penso che questo valga per il resto del gruppo", ha commentato Jonas Vingegaard.