Nota della redazione del 5 novembre 2023: nelle sue dichiarazioni Van Hooydonck ha detto che "dopo il Covid c'è un nuovo modo di correre". Il riferimento al Covid che troverete di seguito è soltanto di ordine temporale e lo sportivo non cita mai i vaccini in questo articolo. Invece sospetta che l'intenso sforzo sostenuto per stare al passo con il nuovo regolamento sia alla base dei suoi problemi di salute, un'opinione personale che riportiamo tra le virgolette di una dichiarazione e che non viene suffragata dal parere di un medico.

La carriera di Nathan Van Hooydonck si è fermata in modo traumatico, sfiorando la tragedia, lo scorso 12 settembre.

Il corridore belga della Jumbo Visma era alla guida della sua macchina insieme alla moglie incinta, quando ha avuto un infarto e ha provocato un incidente a causa del malore. Van Hooydonck è stato soccorso prontamente ed è rimasto in vita, anche se ha dovuto dire addio alla sua carriera nel ciclismo pro. Da allora, il 28enne belga si è sottoposto a molti controlli e si è fatto tante domande. Negli ultimi anni, nel Ciclismo sono aumentati i problemi cardiaci, e Van Hooydonck ha cercato delle risposte. "Dopo il Covid è cambiato il modo di correre e ci sono più casi di problemi cardiaci", ha dichiarato l'ex corridore alla tv olandese NOS.

Van Hooydonck: 'Nei controlli di dicembre non si vedeva niente'

Da Sonny Colbrelli a Sep Vanmarcke, passando per Niklas Eg, Wesley Kreder e Nathan Van Hooydonck. sono davvero tanti i corridori che negli ultimi due anni hanno dovuto lasciare il ciclismo pro a causa di problemi cardiaci. Van Hooydonck, uomo squadra tra i più importanti della Jumbo Visma, uno degli scudieri di Jonas Vingegaard al vittorioso Tour de France dello scorso luglio, ha raccontato la sua storia e affidato alcune riflessioni su quello che sta accadendo nel mondo del ciclismo ad una lunga intervista alla tv olandese NOS.

L'ex corridore ha spiegato che l'infarto che stava per costargli la vita è stato dovuto a un ingrossamento del ventricolo destro. "Ciò ha causato un'aritmia cardiaca. A dicembre durante un controllo non si vedeva nulla, ma la situazione è peggiorata rapidamente" ha raccontato Van Hooydonck, che quando si è risvegliato dopo il malore ha capito subito che non sarebbe più tornato a correre in bicicletta.

"Posso ancora andare in bicicletta? Potevo muovere le braccia, potevo muovere le gambe. L'ho chiesto a mio padre, di solito è un uomo molto positivo, e lui ha detto: 'Vedremo'. Allora ne sapevo già abbastanza" ha ricordato Van Hooydonck.

'Ora si corre per tre ore al limite'

L'ex corridore della Jumbo Visma ha cercato i motivi di questa inquietante sequenza di casi di problemi cardiaci nel ciclismo pro, tra ragazzi sottoposti a continui ed approfonditi controlli. "Forse mi sono allenato troppo? Me lo sono sempre chiesto, ma non credo che sia questo il motivo” ha dichiarato Van Hooydonck, che trova invece più realistico un collegamento tra questi casi e la maggior intensità del ciclismo attuale.

"Dopo il Covid c'è un nuovo modo di correre. I finali iniziano prima" ha analizzato il 28enne belga. "Mentre prima si correva per due ore al limite, ora sono diventate tre ore, in condizioni a volte estenuanti. Magari ci sono quaranta gradi e continuiamo a correre, questo non è salutare. È difficile dire se abbia qualcosa a che fare con questo. È sorprendente che ci siano più casi ora che il modo di correre è cambiato" ha commentato Van Hooydonck, invitando il mondo del ciclismo a muoversi ed approfondire questa situazione.

"Vale la pena indagare attentamente su questo aspetto. Vorrei saperlo, soprattutto per i miei compagni di squadra e le altre persone che praticano sport ad alto livello. Bisogna sapere che questo può succedere se fai questo o quello. Adesso è un mistero”, ha concluso Nathan Van Hooydonck.