In una recente intervista ha dichiarato di essersi innamorato delle Olimpiadi guardando Usain Bolt in tv. Erano i Giochi di Pechino 2008 e Mattia Furlani non aveva ancora quattro anni. "Non avevo chiaro il suo valore, ma era un lampo e ballava al traguardo. Aveva le scarpe slacciate, era come un supereroe". Alle Olimpiadi di Parigi sarà il suo esordio a cinque cerchi, 19 anni compiuti lo scorso febbraio e tanta voglia di stupire nella prova di salto in lungo. Un predestinato che punta a regalare all'atletica italiana un oro storico, mai centrato in oltre un secolo di Giochi, nel salto in lungo.

Il massimo risultato in campo maschile è stato il bronzo di Giovanni Evangelisti ai Giochi di Los Angeles 1984 mentre tra le donne Fiona May ottenne due medaglie d'argento ad Atlanta 1996 e Sydney 2000.

Un rivale per Tentoglou

Il salto in lungo maschile a livello mondiale parla greco da qualche anno. A Parigi l'uomo da battere sarà ancora Miltiadis Tentoglou che nelle ultime stagioni si è preso tutto: il titolo olimpico a Tokyo 2020, i titoli mondiali outdoor (Budapest 2023) e indoor (Belgrado 2022 e Glasgow 2024). Il lunghista ellenico ha vinto inoltre le ultime tre edizioni dei campionati europei, ma quest'anno sia ai Mondiali al coperto in Scozia che alla kermesse continentale romana ha avuto alle sue spalle il giovane azzurro.

Mattia Furlani è stato secondo in entrambe le occasioni, una sfida che si preannuncia esaltante anche a Parigi. Quando parliamo della gioventù di Furlani, comunque, non dimentichiamo che Tentoglou ha compiuto appena 26 anni lo scorso marzo, certamente la sfilza di titoli già in bacheca lo rende navigato. "Cresco di più tutte le volte che lo incontro – dice in proposito Furlani – ma il problema è che nemmeno lui smette di crescere e trova sempre nuovi modi di affrontare una gara.

Comunque non combatto contro di lui, ma contro la misura".

I numeri di un grande talento

Il termine 'predestinato' lo si usa spesso a sproposito, ma nel caso di Mattia Furlani calza a pennello considerata la storia della sua famiglia. Suo padre Marcello era un altista mentre la madre, Khaty Seck, una velocista. Mattia è inoltre il fratello di Erika Furlani, vice campionessa mondiale allievi nel 2013 e campionessa italiana di salto in alto nel 2017, per cui l'atletica è nel suo dna.

Ha corso i 100 e i 200 metri e ha saltato in alto prima di specializzarsi nel lungo dove ha un personale di 8.38 stabilito agli Europei di Roma lo scorso giugno. A livello giovanile è stato due volte campione continentale Under 18 e una volta Under 20. Nel 2023 è stato premiato come atleta europeo emergente dell'anno dalla Federazione continentale di atletica leggera, secondo italiano a ricevere questo riconoscimento dopo Andrew Howe nel 2007. E proprio il primatista italiano di salto in lungo lo ha definito un fenomeno, accostandolo addirittura a Bob Beamon e Mike Powell, ovvero l'autore del celebre 'salto nel futuro' che ai Giochi di Città del Messico 1968 fece segnare un leggendario e fantascientifico record del mondo alla misura di 8.90 e l'atleta che ha battuto tale primato ai Mondiali del 1991 e detiene ancora oggi il record alla misura di 8.95. Magari il paragone è un po' eccessivo per un emergente, ma per pensare in grande bisogna certamente pensare ai più grandi.