A creare un po' di legittima apprensione in Serbia è stata la sua ultima apparizione in gara al meeting internazionale di Linjan. La campionessa mondiale Ivana Spanovic Vuleta ha deciso infatti di ritirarsi dopo il primo salto a 6.29 a causa di un dolore al tendine d'Achille della gamba destra. Partecipazione alle Olimpiadi di Parigi a rischio per la lunghista, un'indiscrezione che è stata smentita però dall'account ufficiale Instagram del Comitato Olimpico di Belgrado. Ivana ci sarà e l'obiettivo rimane il gradino più alto del podio, unico titolo che ancora manca alla sua straordinaria carriera.
Una parabola sportiva iniziata intorno alla metà degli anni 2000 quando era ancora un'adolescente.
Da eterna piazzata a vincente dopo i 30 anni
Il talento di Ivana Spanovic non è mai stato in discussione, ma nel corso degli anni si era costruita una fama di 'eterna piazzata' e per un motivo o per un altro i titoli più prestigiosi a lungo inseguiti finivano per sfuggirle. Sale infatti sul podio iridato nel 2013 e nel 2015 è anche su quello olimpico ai Giochi di Rio 2016, in tutti e tre i casi è medaglia di bronzo. Surreale il caso ai Mondiali di Londra 2017, quando salta più lontana di Britteny Reese che avrebbe poi vinto l'oro, ma a causa della pettorina con il numero di gara che si stacca e 'graffia' la sabbia prima del suo atterraggio viene 'retrocessa' al quarto posto.
In base al regolamento ci può stare, anche se è assurdo che nel XXI secolo le pettorine vengano ancora spillate: in ogni caso la Federazione serba presenta un ricorso che viene però rifiutato. Tuttavia, da quella beffa, la lunghista serba trova la forza di reagire e proprio quando in tanti la danno sul viale del tramonto dopo il quarto posto alle Olimpiadi di Tokyo 2020, come la mitologica Araba Fenice risorge dalle sue ceneri e vince il secondo titolo europeo della sua carriera a Monaco nel 2022 e lo scorso anno a Budapest si fregia del suo primo titolo mondiale realizzando tra l'altro il suo primato personale alla misura di 7.14.
Nel suo palmares ci sono anche due titoli mondiali indoor di cui uno conquistato nella sua Belgrado ma è comunque evidente che le sue vittorie più importanti sono tutte arrivate dopo i 30 anni.
Salto in lungo femminile: le favorite
La grande favorita per l'oro olimpico è la campionessa in carica, la tedesca Malaika Mihambo che quest'anno è l'unica, insieme alla statunitense Tara Davis-Woodhall ad aver saltato oltre i 7 metri.
Sulla carta sono entrambe quotatissime per l'oro. Nel ristretto lotto delle pretendenti al podio c'è anche la nostra Larissa Iapichino, quinta prestazione mondiale dell'anno per lei con 6.94 realizzata allo stadio Olimpico di Roma lo scorso giugno. Da tenere d'occhio, inoltre, la giovane bulgara Plamena Mitkova, la rumena Alina Rotaru e la portoghese Agate de Sousa. Difficile fare un pronostico e altrettanto arduo capire le condizioni fisiche della veterana Ivana Spanovic che ha compiuto 34 anni lo scorso maggio. Sappiamo solo che tutte le volte che viene data per finita tira sempre fuori un asso dalla manica e questa sarà la sua ultima opportunità di vincere un titolo olimpico. Stando alle dichiarazioni rilasciate negli ultimi mesi, infatti, dopo Parigi non ci saranno altre gare per l'Araba Fenice di Zrenjanin.