Il Tour de France è andato in archivio nel segno di Tadej Pogačar, trionfatore per la quarta volta della corsa più importante del ciclismo mondiale. Il fuoriclasse della UAE Emirates ha risolto il Tour a suo favore nelle prime tappe davvero decisive, la cronometro di Caen e l'arrivo in salita a Hautacam, in cui ha conquistato un vantaggio rassicurante su Jonas Vingegaard, il suo unico vero rivale. Nell'ultima parte del Tour de France, Pogačar ha poi messo da parte il suo modo di correre sempre aggressivo e spettacolare, se non per la tappa finale di Parigi, badando soprattutto a gestire la corsa e lasciando spazio alle fughe per i successi di giornata.

Questo atteggiamento così insolito per un campione generalmente sempre alla ricerca della vittoria, e un'apparente stanchezza e demotivazione emersa nelle ultime giornate di corsa, hanno destato curiosità e interrogativi nel mondo del ciclismo. Pogačar ha ammesso di non amare incondizionatamente il Tour e di essere un po' stressato dalle tre settimane di corsa, ma Michael Storer, il corridore della Tudor, ha dato una chiave di lettura inedita arrivata direttamente da dentro il gruppo. Secondo Storer l'atteggiamento di Pogačar sarebbe dovuto ad una richiesta della sua squadra, che avrebbe scelto di non vincere altre tappe.

Il motivo? Continuare a fruire del supporto dei tifosi francesi.

'C'è stato un giorno in cui non ha voluto vincere'

Michael Storer ha partecipato al Tour de France con la Tudor e in diverse occasioni è andato a caccia di una vittoria di tappa. In diverse frazioni di montagna, l'australiano si è inserito nelle fughe, ma senza riuscire a centrare il risultato pieno. Parlando al podcast "Domestique Hotseat", Storer ha riportato una voce captata all'interno della carovana che spiegherebbe la condotta di gara un così passiva di Pogačar nell'ultima settimana del Tour de France e quel suo modo di fare stranamente spento e demotivato.

"Ho informazioni privilegiate secondo cui c'è stato sicuramente un giorno in cui Tadej non ha voluto vincere la tappa" ha raccontato Storer riferendosi alla tappa di Superbagneres, la prima delle due vinte da Thymen Arensman.

L'olandese della Ineos era partito in fuga nelle fasi iniziali della corsa e aveva poi staccato i compagni d'avventura. La UAE aveva lavorato in testa al gruppo, dando l'impressione di voler vincere la tappa, ma sulla salita finale Pogačar corse in modo molto conservativo, permettendo così ad Arensman di conservare un piccolo vantaggio decisivo per conquistare il successo.

'Se non vuoi provarci, lascia andare le fughe'

"Trovo strano che lasci che la tua squadra vada a tutto gas per tutto il giorno e poi decida di non vincere sulla salita finale", ha raccontato Storer. "L'altra volta, a La Plagne, forse non aveva le gambe, ma in quella tappa di Superbagnères ha detto ai suoi compagni di squadra che, dopotutto, non voleva provarci" ha continuato l'australiano della Tudor.

"Mi sembra strano, se non vuoi provarci, lascia andare le fughe. Non bruciare la tua squadra per inseguire", ha commentato Storer. Il corridore australiano ha rivelato che sarebbe stata la UAE Emirates a ordinare a Pogačar di rinunciare alle vittorie di tappa nell'ultima parte del Tour de France. "A quanto pare, ci sono stati fischi da parte dei tifosi francesi. La squadra ha poi deciso che era meglio per Tadej non vincere, per tenere i francesi dalla loro parte. Ne hanno tenuto conto anche nell'ultima settimana: non volevano vincere tutto" ha raccontato Michael Storer.