AC Milan e Como non si affronteranno più a Perth: la Lega Serie A ha fatto marcia indietro sulla storica trasferta in Australia, annunciando che la partita non si disputerà più fuori dai confini italiani.

Il dietrofront della Lega Serie A

La decisione è stata comunicata dopo che la Lega Serie A, pur avendo inizialmente accettato alcune condizioni ritenute “poco digeribili”, si è trovata di fronte a richieste ulteriori definite “inaccettabili”. Il presidente Ezio Simonelli ha spiegato: “Avevamo già accettato delle richieste poco digeribili, mandando giù il boccone amaro, ma ce ne sono state fatte altre inaccettabili”.

Un’occasione sfumata per i tifosi all’estero

Il progetto di giocare Milan‑Como a Perth rappresentava un’occasione unica per i tifosi della Serie A all’estero, che avrebbero potuto assistere dal vivo a una partita del loro club del cuore. Simonelli ha espresso rammarico per l’epilogo: “Occasione persa che priva i tifosi della Serie A all’estero di vivere il sogno di assistere dal vivo a una partita della loro squadra del cuore”.

Approfondimento: le ragioni del fallimento dell’operazione

Un un primo momento si era detto che la cancellazione era stata determinata da condizioni imposte dalla Confederazione Asiatica (AFC), tra cui la nomina degli arbitri e limitazioni pubblicitarie, che hanno creato rischi finanziari e logistici insostenibili per la Lega Serie A e il governo del Western Australia.

La questione arbitrale è successivamente stata smentita e non ha pesato, ha spiegato la FIGC, sul dietrofront finale. Nonostante l’approvazione iniziale da parte della FIGC, dei venti club di Serie A e dell’UEFA, le richieste dell’AFC si sono rivelate troppo onerose. Inoltre, il governo australiano ha sottolineato che non è stato finalizzato alcun accordo economico e che non ha subito perdite, pur avendo investito tempo e risorse nel progetto.