Manca meno di un mese alla fatidica scadenza della Tasi, ma si rischia di assistere ad una vera e propria farsa: infatti, ad oggi, solo un Comune su otto ha già deliberato in merito all’aliquota del nuovo tributo che i cittadini saranno chiamati a pagare entro il 16 giugno prossimo. 


Il termine concesso ai Comuni per determinare le aliquote scadrà il prossimo 23 maggio e c'è da scommettere che nessuno (o quasi) riuscirà a rispettare tale scadenza. C'è da tenere presente un fattore molto importante, ovvero le elezioni: i sindaci non si possono permettere il 'lusso' di aumentare le aliquote proprio alla vigilia delle elezioni amministrative ed anche per questo motivo sono costretti al 'stand-by'. Cosa succederà da qui al 16 Giugno? Vediamo.



Tasi, i Comuni chiedono 2 miliardi in cambio del rinvio

'Se il governo vuole intervenire e prorogare i termini per il pagamento della prima rata della Tasi, lo può legittimamente fare', ha affermato Piero Fassino, presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, ma 'alla proroga il governo dovrà accompagnare l’anticipazione delle risorse ai Comuni che altrimenti finirebbero in ginocchio'. 
Ecco il nodo cruciale: i Comuni, senza l'entrata immediata di questi soldi, rischiano un collasso per quanto riguarda il pagamento dei servizi comunali come lo smaltimento dei rifiuti o la manutenzione delle strade. Il messaggio sembra essere chiaro, quindi: carissimo Governo Renzi, ti concediamo il rinvio del pagamento della Tasi, ma tu ci devi anticipare i soldini...
Se consideriamo che l’intera Tasi vale oltre 4 miliardi, le richieste dell'Anci equivalgono a non meno della metà dell'importo totale da riscuotere...ovvero due miliardi. Cosa deciderà di fare il Governo