Il decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali prevede la possibilità di avere il modello 730 precompilato, ma per il momento la legge riguarda poche categorie, a danno di molti professionisti del settore che per anni si sono occupati di consulenza fiscale.

Secondo le norme del decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali, la possibilità di avere il modello 730 precompilato sarà riservata esclusivamente a commercialisti, periti commerciali, consulenti del lavoro e centri di assistenza fiscale (CAF). Il modello 730 precompilato sarà utilizzabile per tutti i soggetti che si sono iscritti alla camera di commercio ai ruoli di periti a partire dal 30 settembre 1993. Saranno esclusi i centri di elaborazione dati, geometri, fiscalisti, tributaristi, ragionieri e tutti quelle figure professionali che da oltre trent'anni si occupano di assistenza fiscale.

Se la norma non sarà modificata, i professionisti che si sono sempre occupati di assistenza fiscale non potranno neanche entrare in possesso del modello 730 precompilato, con un ulteriore aggravio dei costi per le imprese commerciali. Le aziende saranno costrette a rivolgersi a soggetti esterni, perché in base a questa legge non potranno avvalersi dei professionisti interni alla ditta che si sono sempre occupati della dichiarazione dei redditi.

Secondo quanto ha affermato il presidente della commissione finanze del Senato Mauro Maria Marino, la commissione finanze di Camera e Senato entro la prossima settimana si dovrà esprimere sulle incongruenze del dlgs. Il testo andrà corretto, perché in base alla delega fiscale della legge 23/2014 non sono rispettati gli interessi di tutti.

Le associazioni di professionisti, tra cui l'associazione nazionale dei consulenti tributari, sostengono che la possibilità di usufruire del modello 730 precompilato solamente per pochi si tratti di un errore che dovrà essere corretto. Se da una parte il mercato non può essere liberalizzato, non è neanche giusto che le norme siano così restrittive.