L'ultima legge di Stabilità ha previsto alcuni importanti cambiamenti riguardo il regime dei minimi relativo alle partite Iva. Questo regime rappresenta un vantaggio per tutti coloro che, rientranti nella categoria delle partite Iva, dispongono di specifici requisiti. Per accedere a tale regime occorre essere persone fisiche che svolgono attività di impresa, arti o professioni purché non in forma associata. Inoltre occorre avere la residenza fiscale in Italia, sostenere per i propri dipendenti non più di 5 mila euro l'anno di spesa e sostenere spese per beni strumentali non superiori ai 20 mila euro annui.

Infine occorre anche rientrare in soglie di reddito variabile dai 15 mila ai 40 mila euro.

I ricavi variano in base al tipo di attività che si esercita. In tal senso fondamentale diventa ricercare il codice attività Ateco. Le novità del nuovo regime sono notevoli. La più importante è certamente quella relativa all'aumento dell'aliquota d'imposta che passa dal 5 al 15%. Nel nuovo regime inoltre non vi saranno più vincoli di tempo, né quello relativo all'età, né quello relativo alla durata dell'attività che invece prima erano rispettivamente 35 anni e 5 anni. Cambia anche il modo in cui si calcolerà l'imposta: essa infatti avverrà non più analiticamente come differenza tra costi e ricavi ma attraverso l'applicazione di un coefficiente di redditività sui ricavi conseguiti.

Altra novità molto importante è che chi aderisce a tale regime non potrà più scaricare le spese relative all'attività. Pertanto per farlo dovrà optare per il regime ordinario. Tutto questo insomma fa capire che occorre valutare bene in base alle proprie esigenze, alla luce dei cambiamenti che si sono verificati, cosa conviene fare.

Se conviene optare per il regime dei minimi oppure per quello ordinario. Infine per quello che concerne i contributi previdenziali, altra spinosa questione, la nuova legge di stabilità ha stabilito anche che le nuove partite Iva verseranno i contributi in base al proprio volume dei ricavi.